ANCONA 6 MAGGIO LO SCIOPERO GENERALE E’ STATO GENERALIZZATO

Posted: Maggio 9th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su ANCONA 6 MAGGIO LO SCIOPERO GENERALE E’ STATO GENERALIZZATO


ANCONA 6 MAGGIO SCIOPERO GENERALE – MANIFESTAZIONE REGIONALE

Posted: Maggio 1st, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su ANCONA 6 MAGGIO SCIOPERO GENERALE – MANIFESTAZIONE REGIONALE

ANCONA 6 MAGGIO SCIOPERO GENERALE-MANIFESTAZIONE REGIONALE
Concentramento ore 9 Corso Carlo Alberto

CONTRO TUTTI I MARCHIONNE

CONTRO LA PRECERIETA’ DELLE NOSTRE VITE

PER IL REDDITO GARANTITO E UN NUOVO WELFARE

Operai, precari, studenti e migranti INSIEME

GENERALIZZIAMO LO SCIOPERO
BLOCCHIAMO IL PAESE

PARTENZA DA FABRIANO IN TRENO

ORE 7:45 STAZIONE FS FABRIANO

ORE 7:50 ALBACINA – ORE 07:57 GENGA

Per info 3930227238 collettivofabriano@libero.it 

 



6 maggio – Il nostro sciopero generale

Posted: Maggio 1st, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 6 maggio – Il nostro sciopero generale

27 / 4 / 2011

Lo sciopero generale contro la Confindustria e il governo del prossimo 6 maggio ha bisogno di una spinta sociale straordinaria. Troppi fattori gli giocano contro, facendo precipitare il nostro paese in quella «terra di nessuno» caratterizzata dalla crisi senza conflitto per il cambiamento. La politica dei partiti di «opposizione» è tornata ad essere riversa nei suoi giochi, troppo appassionata al futuro degli eletti piuttosto che a quello degli elettori. Il governo d’altro canto, sempre più espressione di autoritarismo e arroganza, può vivere in relativa tranquillità grazie al fatto che la partita, il campo di gioco, la durata del match sono saldamente nelle sue mani, al riparo da quell’idea di alternativa all’esistente che dovrebbe dare sostanza, concretezza, alla lotta per la democrazia contro le oligarchie che detengono il potere.
Lo sciopero dunque, per aumentare la sua efficacia dev’essere capace di rompere questo schema. Noi crediamo che solo il suo divenire sociale, cioè un fatto di grande partecipazione popolare, di grande intensità e forza, un evento concreto che segni un ulteriore tappa nel protagonismo di lavoratori e lavoratrici, di studenti e ricercatori, di chi non ha lavoro e reddito, possa rimettere al centro del dibattito pubblico i nodi su cui è necessario battersi e vincere, per poter parlare di cambiamento. Il caso Fiat sta riesplodendo, e con esso il solito ricatto del metodo Marchionne – lavoro in cambio di diritti e democrazia – ed esso ci mostra ancora una volta come il terreno del lavoro, qualsiasi esso sia, oggi coincide con quello della precarietà, che non è «affare dei giovani». Il famigerato «collegato lavoro», che proprio dalle scorribande di Marchionne prende ispirazione, si sta applicando sistematicamente, come nuovo strumento di ridefinizione delle relazioni industriali piramidali, e la volontà dell’impresa non è minimamente negoziabile.
Il ddl Gelmini, con il suo corollario di attacchi al concetto stesso di scuola e università laiche e pubbliche, sta innanzitutto falcidiando migliaia e migliaia di posti di lavoro, azzerando la ricerca e la ricetta Tremonti per i prossimi tre anni andrà a peggiorare ulteriormente la situazione con un taglio di 4,5 miliardi ogni anno.
I licenziamenti sono ormai l’eplilogo annunciato per centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione, e il lavoro sottopagato, intermittente, a contrattazione individuale l’orizzonte che si prefigura per tutti. In questo quadro rilanciare la battaglia per sostenere la Fiom contro Marchionne, per l’aumento dei salari e l’introduzione di forme di reddito di cittadinanza contro la precarizzazione, attraverso la tassazione della rendita e delle transazioni finanziarie, significa proporre un’altra idea di società contro la crisi. Come sostenere la lotta degli studenti e degli insegnanti, vuol dire pensare alla formazione come diritto e bene comune. Salario e reddito, occupati e temporaneamente occupati, lavoro certificato o in nero, subordinato o parasubordinato «mascherato» con una partita iva, rappresentano le mille facce di un problema comune: ridare centralità a chi produce, ai suoi diritti, contro la centralità delle banche e dei rentier, contro quel 10% che trattiene per sé oltre il 50% della ricchezza prodotta da tutti e tutte.
Il percorso di Uniti per lo sciopero non è espressione né di alleanze tattiche o tra organizzazioni. Nasce dall’idea che insieme, in uno spazio comune e condiviso, dobbiamo e possiamo oggi rimettere al centro il conflitto sociale per la democrazia solo se lo sostanziamo, se lo descriviamo declinandolo in cose concrete che riguardano la vita reale di milioni di persone. Dopo l’assemblea nazionale di Roma, Uniti per lo sciopero è diventato il modo di riunirci, a livello provinciale e regionale, per costruire materialmente la giornata del 6 maggio. Tre le indicazioni che stanno emergendo dalle varie situazioni e che riteniamo possano essere assunte da tutti per lo sciopero:
1) Caratterizzare il Primo maggio nella preparazione dello sciopero con iniziative in tutte le manifestazioni.
2) Costruzione con le RSU e i delegati sindacali di picchetti sociali, presidi e assemblee volanti davanti a fabbriche e luoghi di lavoro.
3) Partecipazione ai cortei sindacali con lo spazio comune di Uniti per lo Sciopero come luogo unitario costruito con movimenti, associazioni, cittadini.
4) Dopo la conclusione dei comizi, individuazione di forme pacifiche e di massa di iniziativa nelle città, che rendano visibile e prolungato l’impatto dello sciopero e quindi dia forza alle sue ragioni.
Facciamo appello a tutti perché lo spirito con il quale costruiamo lo sciopero sia questo. Chiediamo alle Camere del Lavoro, ai delegati e alle Rsu, alle reti di movimento, alle persone, di costruire insieme questa importante giornata di democrazia e per la democrazia.

Nicolò Altomare, Andrea Alzetta, Andrea Amendola, Enza Amici, Salvatore Bacciu, Paola Bianco, Elena Bianco, Tommaso Cacciari, Luca Cafagna, Loris Campetti, Luca Casarini, Giovanna Cavallo, Giuseppe Ciarrocchi, Daniele Codeluppi, Paolo Cognini, Giorgio Cremaschi, Luca Daminelli, Michele De Palma, Gianmarco De Pieri, Simone Famularo, Salvatore Fierro, Omid Firouzi, Max Gallob, Eva Gilmore, Egidio Giordano, Ugo Mattei, Vilma Mazza, Giorgio Molin, Antonio Musella, Giovanni Pagano, Bruno Papignani, Francesco Pavin, Eva Pinna, Gabriele Polo, Francesco Raparelli, Manila Ricci, Gianni Rinaldini, Mirco Rota, Claudio Sanita, Giacomo Senatore, Ada Talarico, Massimo Torelli, Luca Tornatore, Emiliano Viccaro, Filippo Nuzzi.


FUORI I FASCISTI DAL 25 APRILE

Posted: Aprile 27th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su FUORI I FASCISTI DAL 25 APRILE

Oggi è il giorno della liberazione dal nazifascismo, da una dittatura tremenda che per vent’anni ci ha trascinati nell’oblio.
Sono anni che partecipiamo in prima linea alla commemorazione cittadina della Liberazione; siamo convinti che celebrare questa data, riflettere e ricordare gli avvenimenti accaduti, siano elementi fondamentali che caratterizzano il nostro essere testimoni dell’antifascismo.
Ma tutto ciò, per quanto importante, non è sufficiente.
L’antifascismo non vive solo negli eventi commemorativi, ma attraversa nella quotidianità le nostre giornate. Oggi è un esempio lampante: per il terzo anno consecutivo, nonostante le numerose contestazioni passate, il senatore del PDL Francesco Casoli, invitato in via istituzionale dal sindaco, parlerà ancora sotto la statua del partigiano. Non c’è una “questione istituzionale” che possa giustificare tutto ciò. Egli rappresenta un partito che promuove la cultura del revisionismo storico, che ha al suo interno parlamentari che sostengono scandalose proposte di legge come quella che vuole equiparare i repubblichini ai partigiani, senatori che propongono di togliere il reato di apologia di fascismo. Inoltre non condividiamo la scelta unilaterale del Sindaco di estromettere l’ ANPI dall’organizzazione di questa giornata, considerandolo un mero spettatore e non il  punto di riferimento dell’antifascismo fabrianese che questi rappresenta. Tutto ciò fa indignare, ma indignarsi non basta.
Per noi oggi resistere significa fare una scelta consapevole. Invitiamo tutti a
DISSOCIARSI da un 25 aprile impoverito dei suoi valori fondamentali e ridotto ad una semplice e triste passerella.
Riappropriamoci della nostra resistenza. Adesso.

C.S.A. Fabbri

FABRIANO ANTIFASCISTA


PROGRAMMA 25 APRILE 2011

Posted: Aprile 16th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su PROGRAMMA 25 APRILE 2011

CORTEO ANTIFASCISTA PER COMMEMORARE IL 66° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZI-FASCISMO
CONCENTAMENTO ALLE ORE 9 PIAZZALE XX SETTEMBRE (davanti la Stazione FS)


Dopo il corteo, come consuetudine, pranzo resistente al CSA Fabbri.
Per prenotazioni email: collettivofabriano@libero.it tel: 3930227238

MENU’:
ANTIPASTO
fave
formaggio
affettati misti
frittata “partigiana” (con asparagi selvatici e mentuccia)
PRIMO
penne con pomodoro e funghi
SECONDO
grande grigliata mista
insalata
DOLCE
FRUTTA
CAFFE’ e VINO

GRIGLIATA VEGETARIANA SU RICHIESTA

 

ANPI FABRIANO PRESENTA…PROGRAMMA POMERIGGIO:

ore 17.30: “ZONE TEMPORANEAMENTE RESISTENTI” spettacolo a cura del “Teatro del Bagatto”

ore 18.30: MARCO SONAGLIA IN CONCERTO

ore 20.30: OBELISCO NERO (klezmer-balkan)

ore 22.30: PENG PENG FAMILY DJ SET

Gli spettacoli si svolgeranno presso i Giardini del Poio


CIAO VIK

Posted: Aprile 15th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su CIAO VIK

15-04-2011

Vittorio Arrigoni è morto. E’ caduto un altro martire palestinese.

In seguito al massacro nella Striscia di Gaza con l’operazione Piombo Fuso nel dicembre’08/gennaio’09, lo avevamo ospitato a dicembre 2009 a Ascoli, Pesaro, Jesi e Ancona, per la presentazione del suo libro “restiamo umani”. Vittorio ci aveva raccontato il grido di dolore di Gaza, la voglia di resistere, di vivere nonostante l’assedio disumano e criminale imposto da Israele, e ci aveva presentato il convoglio di solidarietà internazionale che a ottobre ha rotto l’assedio di Gaza per portare aiuti umanitari. Proprio con quella grande Carovana era riuscito a rientrare nella sua Gaza.

La testimonianza di Vittorio resterà indelebile nelle nostre coscienze, e non può che riaffermare il valore universale della solidarietà tra tutti i popoli, la lotta senza frontiere a fianco dei popoli oppressi, contro l’ingiustizia ovunque venga commessa. Vittorio è sempre stato gentile, disponibile e attento alla situazione del porto di Ancona e dei respingimenti delle persone che arrivano dai paesi in guerra nel porto dorico per cercare di entrare in Europa.

Vittorio è stato al nostro fianco anche lo scorso 20 giugno ad Ancona per la campagna “Welcome indietro non si torna” dove abbiamo ospitato Abu Khousa, Presidente del Palestinian Medical Relief nella Strisica di Gaza.

Ora spetta a noi, attivisti, uomini e donne di coscienza da anni al fianco del popolo palestinese nella lotta di liberazione, raccogliere il testimone lì dove è caduto e portare avanti la sua eredità umana e morale, con la determinazione di sempre.

Perché non ci sarà pace, perché non avremo pace, fino a quando non ci sarà giustizia per il popolo palestinese.

Addio Vittorio.

“Io non credo nei confini nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia che è la famiglia umana” V. Arrigoni

Campagna Palestina Solidarietà Marche

Ambasciata dei Diritti

Il blog di Vittorio Arrigoni

QUESTA SERA ALLE 18,30 PRESIDIO IN PIAZZA ROMA AD ANCONA


Mini diario della carovana

Posted: Aprile 13th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Mini diario della carovana

Breve resoconto delle due compagne del Fabbri che hanno partecipato alla carovana

12/04/2011

Di ritorno da Tunisi,  con la Carovana Uniti per la libertà, ci sembra doveroso scrivere due parole sulla nostra esperienza. Il progetto che ci ha visti protagonisti è nato dall’incontro con Jamel, tunisino che ha vissuto a Jesi e ha fatto parte dell’Ambasciata dei Diritti. La Carovana è stata organizzata e promossa dall’Ambasciata dei Diritti Marche, Ya Basta Marche e i Centri Sociali delle Marche, ed ha visto protagoniste circa 60 persone provenienti da tutta Italia, militanti dei centri sociali, associazioni, collettivi ecc… Grazie all’incontro con i volontari tunisini dell’Associazione Benevoles Sans Frontieres è stato possibile portare al campo profughi di Ras Jadir, un campo a non più di 100 km da Tripoli, un tir pieno di medicinali, strumentazione medica e beni di prima necessita. E’ molto importante ricordare che i campi sono nati grazie a gruppi spontanei di studenti, docenti, lavoratori, medici e avvocati che si sono auto-organizzati per far fronte all’emergenza umanitaria, realtà non governative che nascono dallo stesso tessuto sociale che è stato protagonista della rivolta; solo in un secondo momento sono arrivati gli aiuti “esterni”.

Abbiamo deciso di schierarci con chi lotta per la libertà contro ogni dittatura, sia essa imposta dall’interno o dall’esterno, sia essa esercitata con le armi o con il potere economico e finanziario, significhi azione concreta, costruzione di relazioni dirette con le sperimentazioni nate dalle rivolte che hanno rivendicato libertà, democrazia, futuro.

 

L’incontro con l’associazione tunisina è avvenuto venerdì 8 aprile nella capitale Tunisi. Appena arrivati, abbiamo tenuto una conferenza stampa, che si è subito trasformata in un’assemblea molto partecipata dove, oltre al progetto della Carovana Uniti per la libertà, sono state affrontate molte tematiche interessanti come la questione di Lampedusa e delle migliaia di migranti che ogni giorno arrivano sulle nostre coste. Nei giorni in Tunisia abbiamo incontrato ed interagito con studenti, sindacalisti e lavoratori i protagonisti della “ rivoluzione dei gelsomini” che ha interessato il paese nei mesi scorsi. La situazione in Tunisia è ancora adesso alquanto caotica e confusa. A differenza di quanto ci riportano i nostri mezzi d’informazione quello tunisino è un popolo che tutt’ora lotta per la libertà e la sua dignità, rivendicano non solo un posto di lavoro, ma chiedono welfare e la prospettiva di un futuro dignitoso; sono i giovanissimi a desiderare una trasformazione radicale e democatica. Le donne sono le più agguerrite, parlano con la rabbia in corpo, con la voglia di chi vuole cambiare veramente il proprio paese; una forte radicalità che mette sotto pressione il riformismo sociale debole del governo provvisorio. Dopo la conferenza stampa una parte della carovana ha partecipato all’assemblea con gli studenti e i disoccupati, presso la sede dell’Ugtt, il sindacato tunisino; per comprendere in maniera più approfondita le rivolte nel nord del Mediterraneo

Sabato 9 siamo partiti per il campo profughi. Lungo il tragitto ci siamo imbattuti in una protesta, che c’ha tenuto fermi più di un’ora, contro il governo da parte dei contadini. Anche i contadini non sono più disposti ad accettare compromessi e condizioni disumane e vogliono conquistare la loro dignità. Dopo ben 13 ore di viaggio arriviamo in quella “terra di nessuno”, la dogana che separa la Libia dalla Tunisia, dove migliaia di profughi che scappano dalla guerra chiedono rifugio. Ad oggi le persone che hanno varcato la frontiera, dalla quale vengono poi condotti in uno dei quattro campi, sono circa 230.000 tra uomini, donne e bambini. Uno dei campi si trova praticamente alla frontiera; il più grande viene gestito dall’esercito tunisino e dall’UHNCR ed ospita ad oggi circa 15000 profughi, provenienti dall’Africa centrale per lo più Somali, Eritrei e Ghanesi. Mentre gli altri sono gli altri due sono gestiti rispettivamente da Emirati Arabi Uniti e Croce Rossa Intenzionale. All’interno dei campi non ci sono libici : i feriti di guerra vengono lasciati morire dai seguaci di Gheddafi e coloro che riescono a varcare la frontiera, vengono minacciati psicologicamente. All’interno del campo di Ras Jadir la situazione è di emergenza, i profughi lamentano scarsità d’acqua e cibo e le condizioni igenico-sanitarie sono precarie. E’ stato allestito un reparto psichiatrico per profughi e militari. Nell’immediato, psicologi, psichiatri e dentisti sono le figure più richieste e necessarie all’intero dei campi. Inoltre negli ultimi giorni, le temperature si stanno facendo sempre più alte e il problema della fuoriuscita degli scorpioni, serpenti e altri animali sta diventando molto grave. Per motivi di sicurezza e per non creare disagi ci siamo fermati a dormire a pochi km dal campo, il giorno seguente un gruppo è tornato per continuare a documentare la situazione. Dopo di che ci siamo messi sulla via del ritorno e dopo altre 12 ore di viaggio siamo finalmente arrivati a Tunisi. La mattina seguente rientro in Italia..

La carovana ha visto l’unione di due culture tanto diverse quanto vicine, quella che ci hanno dato i tunisini è senza dubbio una vera e propria lezione d’ accoglienza.

Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato in quest’esperienza e tutti i fabrianesi che hanno donato materiale; i pensieri ora vanno alla prossima carovana.

 

Per la raccolta fondi per la prossima carovana è possibile effettuare la propria donazione al C/C Banca Etica dell’Associazione Ya Basta! Marche IBAN IT41R05018028 0000 0000 112064, indicando come causale “Carovana Tunisia”.

Per informazioni sull’organizzazione e per partecipare alla raccolta del materiale:

tel 347/4701996 email unitiperlaliberta@gmail.com

Info per Fabriano 3920227238

Unis pour la libertè! United for freedom! Uniti per la libertà!


Report Carovana Uniti per la libertà dalla Tunisia alla Libia

Posted: Aprile 11th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Report Carovana Uniti per la libertà dalla Tunisia alla Libia

 

Uniti per la libertà: report del primo giorno

Tunisi, 8 Aprile 2011

Mille modi per dire rivolta

Report della prima giornata della Carovana Uniti per la libertà

Uniti per la libertà: report del secondo giorno

Ras Jadir, 9 Aprile 2011

Lungo il bordo della guerra

Report della seconda giornata della Carovana Uniti per la libertà

Tunisia – Le due sponde

Report della terza e della quarta giornata della Carovana Uniti per la libertà

 

Tutti gli articoli sulla carovana qui


 

qui


Uniti Per La Libertà! Carovana dalla Tunisia alla Libia

Posted: Marzo 31st, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Uniti Per La Libertà! Carovana dalla Tunisia alla Libia

Unis pour la libertè! United for freedom! Uniti per la libertà!

 

PUNTI DI RACCOLTA A FABRIANO:

Sabato mattina dalle ore 10 gazebo i Piazza del Comune

Venerdì e sabato dalle 18 presso il Circolo ARCI “Il Corto Maltese” via Verdi

Per informazioni sulla raccolta a Fabriano email: collettivofabriano@libero.it tel:3930227238

 

 

Nel sud est della Tunisia, al confine con la Libia, migliaia di persone vivono nel campo profughi di Ras Jadir. La situazione è drammatica: migliaia di uomini, donne e bambini in fuga dalla Libia, ma anche dalla Somalia e dall’Eritrea, sono ammassate nel campo. Si pensa che nei prossimi giorni la situazione peggiorerà ulteriormente per l’intensificarsi del numero delle persone con ferite da arma da fuoco.

Le organizzazioni di soccorso hanno allestito tende, sotto le quali medici e volontari stanno cercando di affrontare le emergenze più gravi. La Mezzaluna Rossa distribuisce i pasti, ma mancano medicinali, strumentazioni mediche e chirurgiche, latte per bambini.

Trovarsi in un campo profughi ai margini della Libia non è una sfortunata casualità: è un pezzo della guerra che consuma vite e speranze. Così come un pezzo della guerra è Lampedusa, trasformata in un carcere a cielo aperto. Una guerra dai confini labili, già cominciata all’ombra degli accordi di “amicizia” italo-libici con l’imprigionamento, l’uccisione e la deportazione di migliaia di migranti. Le stesse ragioni umanitarie che sponsorizzano le bombe parlano il linguaggio della guerra contro i profughi ed i barconi che attraversano il Mediterraneo.

In Tunisia gruppi spontanei di studenti, docenti, lavoratori, medici e avvocati si sono auto-organizzati per far fronte all’emergenza umanitaria che si è creata ai confini con la Libia: oramai da settimane provvedono al reperimento del materiale di prima necessità che poi trasportano fino ai campi profughi. Sono realtà non governative che nascono dallo stesso tessuto sociale che è stato protagonista della “rivolta dei gelsomini”: non esistono ancora associazioni formalizzate perchè fino al 20 gennaio in Tunisia era vietato costituirle.

Le reti di solidarietà che nascono spontaneamente in Tunisia sono nel contempo aiuto concreto ai profughi e sperimentazione di forme di cooperazione sociale dal basso.

Da queste stesse reti ci arriva oggi un appello, una richiesta di aiuto per far fronte alla grave situazione che si è venuta a creare nei campi profughi. Noi crediamo che nell’attuale scenario di guerra il nostro prendere la parola dalla parte di chi lotta per la libertà contro ogni dittatura, sia essa imposta dall’interno o dall’esterno, sia essa esercitata con le armi o con il potere economico e finanziario, significhi azione concreta, costruzione di relazioni dirette con le sperimentazioni nate dalle rivolte che hanno rivendicato libertà, democrazia, futuro.

Oggi più che mai contro ogni retorica della e sulla guerra il nostro “Stop ai bombardamenti!” passa attraverso una battaglia “senza se e senza ma” sui diritti dei migranti e dei profughi, sul diritto di asilo europeo, sul diritto al soggiorno, alla libertà di stanziamento ed all’accoglienza dignitosa. Le rivolte che hanno attraversato il Nord Africa e che continuano ad estendersi aprono nuove finestre e fanno dell’euromediterraneo uno spazio denso di prospettive, chiamato da subito a misurarsi con i movimenti migratori determinati direttamente o indirettamente dalla guerra e dai conflitti in atto.

Per tutte queste ragioni vogliamo rispondere all’appello lanciato dai volontari tunisini con una carovana di aiuti dall’Italia con la quale sia possibile raggiungere il campo profughi di Ras Jadir, distribuire i materiali raccolti, incontrare i protagonisti della rivolta ed i volontari che si sono autorganizzati per dare sostegno alle vittime della repressione del regime di Gheddafi e dei bombardamenti.

Considerata l’emergenza i tempi di organizzazione della carovana sono stretti ma siamo comunque riusciti in pochi giorni a costruire il programma che proponiamo.

 

Programma della Carovana

2 Aprile – Reperimento di medicinali e fondi con l’allestimento di gazebo e punti di raccolta nella giornata di mobilitazione nazionale (nelle Marche il pomeriggio concentramento in Ancona – Piazza Roma h.17,00)

6 Aprile – Partenza da Civitavecchia del carico con materiali sanitari e strumentazioni mediche

7 Aprile – Partenza in aereo dall’Italia per Tunisi

8 Aprile – Tunisi: in tarda mattinata incontro della carovana italiana con i volontari tunisini e conferenza stampa – Incontro organizzativo con la Mezzaluna Rossa. – Nel pomeriggio incontro della delegazione italiana con i protagonisti della rivolta all’Università

9 Aprile – Partenza della carovana verso Cita Benghardane, provincia di Tataouine, confine Ras Jadir, a circa 600Km da Tunisi. Il viaggio sarà organizzato insieme alla Mezzaluna rossa che si occuperà del trasporto dei materiali arrivati dall’Italia – Distribuzione dei medicinali nel campo profughi – Pernottamento al campo profughi in tendoni allestiti appositamente per la delegazione della carovana

10 Aprile – Partenza dal campo profughi e ritorno a Tunisi

11 Aprile – Rientro in Italia

Il programma è in evoluzione e nei prossimi giorni sarà ulteriormente integrato.



Per la raccolta fondi è possibile effettuare la propria donazione al C/C Banca Etica dell’Associazione Ya Basta! Marche IBAN IT41R05018028 0000 0000 112064, indicando come causale “Carovana Tunisia”.Per informazioni sull’organizzazione e per partecipare alla raccolta del materiale: tel 347/4701996 email email unitiperlaliberta@gmail.com

 

In continuità con la campagna “Welcome” a Lampedusa per un Mediterraneo dell’accoglienza, promuovono e coordinano:

Ambasciata dei Diritti – Marche, Associazione Ya Basta! Marche, Centri Sociali Marche

Aderiscono:

Associazione Ya Basta! Italia, Centri Sociali del NordEst, ACTion – Diritti in movimento, UniCommon, Esc atelier autogestito, Point Break – studentato occupato, Assemblea Permanente Urbino, Movimento Studenti Macerata, Radio Ciroma, Ambulatorio medico senza confini – Cosenza, F.u.c.k. Collettivi studenteschi autonomi napoletani, Laboratorio Insurgencia – Napoli, Rivista Loop, Z.E.R.0 81 – Zone di Esperienze Ribelli – Napoli, Aula Flex – Università L’Orientale – Napoli, Studenti Autonomi in Movimento, Casa Cantoniera Autogestita di Parma, Campagna Palestina Solidarietà Marche, Rimarchevole Blog, Lab. Paz Project Rimini, Terra – Quotidiano di informazione pulita, Consulta per la Pace del Comune di Jesi, Associazione Voce Nuova Tunisia – Parma – Presidio No Dal Molin Vicenza, European Alternatives, Ass. Ayusya – San Colombano Certenoli (GE), Csoa Ex Mattatoio Perugia, Comitato Primo Marzo Perugia, Coop Noncello FVG

Per adesioni: unitiperlaliberta@gmail.com

 

 

Materiali necessari
Maschere d’ossigeno e maschere sterili (Adulti e Bambini)
Bombole di ossigeno: grandi
– piccole (portabili)
Strumenti:
– Forbici
– Pinze per dissezione
– Pinze Kouchner
– Porta-aghi
– Bisturi
Bottiglie per toracotomia
Aspiratori
Cartelle cliniche
Letti per malati
Elettroshock
Laringoscopio (maschere di intubazione)
Apparecchi per misurare la pressione (Adulti e Bambini)
Lenzuola e coperte
Apparecchi per l’elettrocardiogramma
Bronules e diffusori
Sonde Gastriche
Garze + guanti sterili
Bende di fissaggio e compressive
Bende di garza
Gesso
Filo di sutura
Siringhe
Medicine:
Adrenalina
Soluzioni per flebo (hemacell. SG; soluzione fisiologica,
Ringer …)
Idrocortisone, Soludecardon, Unisex, dexamedis…..
Atropina
Dopamina
Spasfon, Spamed
Tagamet, Uldine, Lanzopral…
Gardènal, Valium, equant
Lysanxia,temesta
S.A.T.
Antibiotici, (bristopen,augmentin,clavor…)
Antidiabetici (Metformine, daonil….)
Anti-ipertensivi (fludex,adaiate,loxen…)
Ansiolitici (Lysanxis, temsta,Tranxene,….)
Analgesici antipiretici (panadol, Zaldiar, Aspegic-
Perfalgan….)
Antinfiammatori

Materiale ortopedico
Fissatori esterni
Viti da corticale
Perni di tutti i diametri
Placche ortopediche
Gesso
Latte per bambini (1/2 anni)


Report assemblea nazionale Uniti per lo sciopero

Posted: Marzo 31st, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Report assemblea nazionale Uniti per lo sciopero

26 / 3 / 2011

Uniti per lo sciopero, contro la crisi, contro ogni guerra, contro chi ci ruba il futuro. Uniti perché in un mondo che ci vuole sempre più frammentati e deboli unirsi è una necessità. Uniti non sulla base di schemi vecchi e politicisti, non mediante ricomposizioni artificiose, ma con percorsi veri, che vivano nei piccoli centri e nelle grandi metropoli. L’occasione è lo sciopero generale chiamato dalla CGIL per il 6 maggio, uno sciopero che per le modalità e le tempistiche di convocazione rischia di essere insufficiente rispetto alle grandi lotte che si sono espresse in questi anni e in questi mesi. Ma su questo occorre ricordare un elemento non marginale: la convocazione di uno sciopero generale contro questo Governo è stata una rivendicazione che le lotte degli studenti, dei metalmeccanici, dei precari e di molte categorie di lavoratori hanno posto in modo fortissimo nelle battaglie di questo autunno. Sarebbe quindi errato affrontare questa giornata con spirito critico e distaccato: è necessario rapportarsi con lo sciopero generale come un occasione non da misurare, ma con cui misurarsi. I limiti di questo sciopero ci consegnano il compito di radicare davvero lo sciopero nei territori, generalizzandolo e generalizzandone la composizione. Estendere lo sciopero è l’obiettivo, facendo sì che studenti, precari e movimenti sociali distanti dai percorsi sindacali, lotte territoriali, comitati referendari dell’acqua e contro il nucleare, realtà pacifiste e tutti coloro che subiscono ed hanno subito le politiche di governi di destra e di sinistra negli ultimi vent’anni possano per una volta unirsi nella costruzione di una giornata di blocco vero della produzione e della circolazione per fermare concretamente il paese. I metalmeccanici hanno saputo porre una lotta propria come lotta di tutti e tutte, ribadendo che l’attacco non è solo rivolto ai diritti di chi lavora alla fiat, ma ai diritti di tutti i soggetti della produzione. Con questo spirito dovremo costruire relazioni forti con tutte le lavoratrici e i lavoratori che scenderanno in piazza il 6 maggio. Gli studenti e le studentesse hanno saputo riaprire spazi di legittimità del conflitto e con una mobilitazione costante ed efficace hanno bloccato piccole città e grandi metropoli, praticando così nuove forme di sciopero. Con quello stesso spirito dovremo affrontare quella giornata, agendo comunemente e valorizzando tutte le specificità. Uniti per lo sciopero significa mettere a valore e connettere tra loro i percorsi con cui studenti, lavoratori e realtà in mobilitazione parteciperanno, ognuno con le proprie modalità, allo sciopero generale del 6 maggio. Il percorso che ci conduce verso lo sciopero deve essere anche per noi l’occasione di estendere l’insieme delle rivendicazioni sociali e politiche, anche oltre quelle poste dalla convocazione ufficiale: democrazia, precarietà e welfare, ma anche la campagna per l’acqua bene comune e contro il nucleare. Su beni comuni, già domani sabato 26 marzo costruiremo una tappa decisiva che ci porterà alla mobilitazione a favore dei referendum. Il desiderio per una primavera di mobilitazione e conflitto non può prescindere dalla valorizzazione dei percorsi che hanno attraversato il 13 febbraio e l’8 marzo in cui tantissime studentesse, precarie, lavoratrici, donne migranti hanno messo in questione il rapporto tra sessualità e potere, ben oltre gli scandali sessuali del premier, rivendicando diritti, welfare, salute e parità reale in tutti i luoghi di partecipazione politica e sociale. Siamo in un quadro politico in cui si è definitivamente affermata la rottura del nesso tra istanze sociali e capacità e volontà della rappresentanza politica di accoglierle: crediamo che sia questo snodo decisivo a essere messo ogni volta in questione nelle lotte in Europa e nel Mediterraneo. La pratica democratica che passa dentro i tumulti che si sono prodotti ci dice che la questione sociale e la crisi democratica restano e devono restare indissolubilmente legate. Da tempo un’intera generazione rivendica il proprio futuro, qui ed ora. La precarizzazione del lavoro e della vita è quindi al centro del nostro discorso politico. La precarietà, infatti, da questione prettamente generazionale si sta estendendo all’intero mercato del lavoro fino ad abbattere la distanza tra garantiti e non garantiti, colpendo però in particolar modo giovani e donne. È quindi al centro del nostro percorso di generalizzazione dello sciopero l’obiettivo di liberare le nostre vite da questo ricatto. Per questo guardiamo con interesse al 9 Aprile, come giornata utile a riaffermare il protagonismo dei precari nel percorso verso lo sciopero. Ma non solo: metteremo in campo verso lo sciopero una campagna sul welfare universale e in particolare per il reddito garantito, consapevoli che tale rivendicazione non può più essere portata avanti senza rimettere, da subito, radicalmente in discussione la spesa pubblica e l’attuale redistribuzione della ricchezza, a partire dal taglio alle spese militari, dell’opposizione al finanziamento alle scuole private e da una tassazione delle rendite e delle transazioni finanziarie. Come per tutte le forme di protesta anche per lo sciopero si pone il tema dell’efficacia: sarà importante aprire un dibattito pubblico anche sulle modalità con cui generalizzarlo. Se, infatti, la segreteria CGIL si è limitata ad indire uno sciopero di 4 ore, e con una scelta positiva che sosteniamo molte categorie hanno esteso tale indizione ad 8 ore, nostro compito sarà coinvolgere studenti, e tutte e tutti coloro che, essendo precari, hanno tempi di vita e tempi di lavoro coincidenti: per questo lo sciopero dovrà durare 24 ore. Il mese e mezzo che ci separa da quella data dovrà essere un mese denso, di azione e discussione pubblica. Per questo fin da subito sarà necessario avviare in tutto il paese assemblee regionali, metropolitane e territoriali, capaci, sulla base degli spunti condivisi, di programmare il percorso, organizzare la partecipazione, coinvolgere il territorio, rendere possibile la generalizzazione dello sciopero generale. Ancora una volta, la guerra è piombata nelle nostre vite, e ancor più in quelle delle popolazioni che con determinazione e coraggio stanno provando a rovesciare il tiranno e contro le quali la guerra stessa tenta di imporre un processo di normalizzazione. Si tratta dell’ennesima guerra finalizzata a spartire la torta degli interessi economici, l’ennesima guerra per il petrolio che usa strumentalmente motivazioni umanitarie per mascherare il bieco interesse che le muove. Crediamo che il tema della guerra non sia oggi scindibile dal dramma dei migranti che attraversano il Mediterraneo e che non possiamo respingere o rinchiudere in lager chiamati CIE, e che sia intimamente connesso al tema, riattualizzato dal dramma nucleare giapponese e dall’impegno referendario, del modello di produzione, delle risorse energetiche e della sostenibilità ambientale. Per questo è necessario mettere in campo fin da subito una campagna che, partendo da Lampedusa, ponga il tema della libertà di movimento in Europa e per l’accoglienza dei migranti. Abbiamo fin da subito guardato con entusiasmo alle rivolte nel Maghreb e del Mashrek, perché hanno espresso la stessa determinazione e la stessa ansia di futuro che abbiamo visto nelle piazze italiane. Ma non vogliamo limitarci alla semplice evocazione di quel fenomeno straordinario, ma esprimere concreta vicinanza con una carovana che travalichi i confini della Tunisia. Chi prima dell’insorgenza ribelle libica stringeva solidi accordi col Colonnello si trova oggi costretto, per difendere i sui interessi, a bombardare il suo alleato, così facendo svela tutta la debolezza e doppiezza dei governi occidentali. Per questo, senza ambiguità alcuna ci mobiliteremo contro la guerra, raccogliendo l’appello a scendere in piazza il 2 Aprile in tutto il paese. Il 6 maggio dovremo generalizzare lo sciopero, proseguire la mobilitazione, perché la primavera è già iniziata.

UNITI PER LO SCIOPERO

Assemblea nazionale – Facoltà di Lettere – Università La Sapienza – Roma venerdì 25 marzo 2011

Su GlobalProjec.info il  report dell’assemblea nazionale Uniti per lo sciopero con tutti i video degli interventi