Uniti Per La Libertà! Carovana dalla Tunisia alla Libia

Posted: Marzo 31st, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Uniti Per La Libertà! Carovana dalla Tunisia alla Libia

Unis pour la libertè! United for freedom! Uniti per la libertà!

 

PUNTI DI RACCOLTA A FABRIANO:

Sabato mattina dalle ore 10 gazebo i Piazza del Comune

Venerdì e sabato dalle 18 presso il Circolo ARCI “Il Corto Maltese” via Verdi

Per informazioni sulla raccolta a Fabriano email: collettivofabriano@libero.it tel:3930227238

 

 

Nel sud est della Tunisia, al confine con la Libia, migliaia di persone vivono nel campo profughi di Ras Jadir. La situazione è drammatica: migliaia di uomini, donne e bambini in fuga dalla Libia, ma anche dalla Somalia e dall’Eritrea, sono ammassate nel campo. Si pensa che nei prossimi giorni la situazione peggiorerà ulteriormente per l’intensificarsi del numero delle persone con ferite da arma da fuoco.

Le organizzazioni di soccorso hanno allestito tende, sotto le quali medici e volontari stanno cercando di affrontare le emergenze più gravi. La Mezzaluna Rossa distribuisce i pasti, ma mancano medicinali, strumentazioni mediche e chirurgiche, latte per bambini.

Trovarsi in un campo profughi ai margini della Libia non è una sfortunata casualità: è un pezzo della guerra che consuma vite e speranze. Così come un pezzo della guerra è Lampedusa, trasformata in un carcere a cielo aperto. Una guerra dai confini labili, già cominciata all’ombra degli accordi di “amicizia” italo-libici con l’imprigionamento, l’uccisione e la deportazione di migliaia di migranti. Le stesse ragioni umanitarie che sponsorizzano le bombe parlano il linguaggio della guerra contro i profughi ed i barconi che attraversano il Mediterraneo.

In Tunisia gruppi spontanei di studenti, docenti, lavoratori, medici e avvocati si sono auto-organizzati per far fronte all’emergenza umanitaria che si è creata ai confini con la Libia: oramai da settimane provvedono al reperimento del materiale di prima necessità che poi trasportano fino ai campi profughi. Sono realtà non governative che nascono dallo stesso tessuto sociale che è stato protagonista della “rivolta dei gelsomini”: non esistono ancora associazioni formalizzate perchè fino al 20 gennaio in Tunisia era vietato costituirle.

Le reti di solidarietà che nascono spontaneamente in Tunisia sono nel contempo aiuto concreto ai profughi e sperimentazione di forme di cooperazione sociale dal basso.

Da queste stesse reti ci arriva oggi un appello, una richiesta di aiuto per far fronte alla grave situazione che si è venuta a creare nei campi profughi. Noi crediamo che nell’attuale scenario di guerra il nostro prendere la parola dalla parte di chi lotta per la libertà contro ogni dittatura, sia essa imposta dall’interno o dall’esterno, sia essa esercitata con le armi o con il potere economico e finanziario, significhi azione concreta, costruzione di relazioni dirette con le sperimentazioni nate dalle rivolte che hanno rivendicato libertà, democrazia, futuro.

Oggi più che mai contro ogni retorica della e sulla guerra il nostro “Stop ai bombardamenti!” passa attraverso una battaglia “senza se e senza ma” sui diritti dei migranti e dei profughi, sul diritto di asilo europeo, sul diritto al soggiorno, alla libertà di stanziamento ed all’accoglienza dignitosa. Le rivolte che hanno attraversato il Nord Africa e che continuano ad estendersi aprono nuove finestre e fanno dell’euromediterraneo uno spazio denso di prospettive, chiamato da subito a misurarsi con i movimenti migratori determinati direttamente o indirettamente dalla guerra e dai conflitti in atto.

Per tutte queste ragioni vogliamo rispondere all’appello lanciato dai volontari tunisini con una carovana di aiuti dall’Italia con la quale sia possibile raggiungere il campo profughi di Ras Jadir, distribuire i materiali raccolti, incontrare i protagonisti della rivolta ed i volontari che si sono autorganizzati per dare sostegno alle vittime della repressione del regime di Gheddafi e dei bombardamenti.

Considerata l’emergenza i tempi di organizzazione della carovana sono stretti ma siamo comunque riusciti in pochi giorni a costruire il programma che proponiamo.

 

Programma della Carovana

2 Aprile – Reperimento di medicinali e fondi con l’allestimento di gazebo e punti di raccolta nella giornata di mobilitazione nazionale (nelle Marche il pomeriggio concentramento in Ancona – Piazza Roma h.17,00)

6 Aprile – Partenza da Civitavecchia del carico con materiali sanitari e strumentazioni mediche

7 Aprile – Partenza in aereo dall’Italia per Tunisi

8 Aprile – Tunisi: in tarda mattinata incontro della carovana italiana con i volontari tunisini e conferenza stampa – Incontro organizzativo con la Mezzaluna Rossa. – Nel pomeriggio incontro della delegazione italiana con i protagonisti della rivolta all’Università

9 Aprile – Partenza della carovana verso Cita Benghardane, provincia di Tataouine, confine Ras Jadir, a circa 600Km da Tunisi. Il viaggio sarà organizzato insieme alla Mezzaluna rossa che si occuperà del trasporto dei materiali arrivati dall’Italia – Distribuzione dei medicinali nel campo profughi – Pernottamento al campo profughi in tendoni allestiti appositamente per la delegazione della carovana

10 Aprile – Partenza dal campo profughi e ritorno a Tunisi

11 Aprile – Rientro in Italia

Il programma è in evoluzione e nei prossimi giorni sarà ulteriormente integrato.



Per la raccolta fondi è possibile effettuare la propria donazione al C/C Banca Etica dell’Associazione Ya Basta! Marche IBAN IT41R05018028 0000 0000 112064, indicando come causale “Carovana Tunisia”.Per informazioni sull’organizzazione e per partecipare alla raccolta del materiale: tel 347/4701996 email email unitiperlaliberta@gmail.com

 

In continuità con la campagna “Welcome” a Lampedusa per un Mediterraneo dell’accoglienza, promuovono e coordinano:

Ambasciata dei Diritti – Marche, Associazione Ya Basta! Marche, Centri Sociali Marche

Aderiscono:

Associazione Ya Basta! Italia, Centri Sociali del NordEst, ACTion – Diritti in movimento, UniCommon, Esc atelier autogestito, Point Break – studentato occupato, Assemblea Permanente Urbino, Movimento Studenti Macerata, Radio Ciroma, Ambulatorio medico senza confini – Cosenza, F.u.c.k. Collettivi studenteschi autonomi napoletani, Laboratorio Insurgencia – Napoli, Rivista Loop, Z.E.R.0 81 – Zone di Esperienze Ribelli – Napoli, Aula Flex – Università L’Orientale – Napoli, Studenti Autonomi in Movimento, Casa Cantoniera Autogestita di Parma, Campagna Palestina Solidarietà Marche, Rimarchevole Blog, Lab. Paz Project Rimini, Terra – Quotidiano di informazione pulita, Consulta per la Pace del Comune di Jesi, Associazione Voce Nuova Tunisia – Parma – Presidio No Dal Molin Vicenza, European Alternatives, Ass. Ayusya – San Colombano Certenoli (GE), Csoa Ex Mattatoio Perugia, Comitato Primo Marzo Perugia, Coop Noncello FVG

Per adesioni: unitiperlaliberta@gmail.com

 

 

Materiali necessari
Maschere d’ossigeno e maschere sterili (Adulti e Bambini)
Bombole di ossigeno: grandi
– piccole (portabili)
Strumenti:
– Forbici
– Pinze per dissezione
– Pinze Kouchner
– Porta-aghi
– Bisturi
Bottiglie per toracotomia
Aspiratori
Cartelle cliniche
Letti per malati
Elettroshock
Laringoscopio (maschere di intubazione)
Apparecchi per misurare la pressione (Adulti e Bambini)
Lenzuola e coperte
Apparecchi per l’elettrocardiogramma
Bronules e diffusori
Sonde Gastriche
Garze + guanti sterili
Bende di fissaggio e compressive
Bende di garza
Gesso
Filo di sutura
Siringhe
Medicine:
Adrenalina
Soluzioni per flebo (hemacell. SG; soluzione fisiologica,
Ringer …)
Idrocortisone, Soludecardon, Unisex, dexamedis…..
Atropina
Dopamina
Spasfon, Spamed
Tagamet, Uldine, Lanzopral…
Gardènal, Valium, equant
Lysanxia,temesta
S.A.T.
Antibiotici, (bristopen,augmentin,clavor…)
Antidiabetici (Metformine, daonil….)
Anti-ipertensivi (fludex,adaiate,loxen…)
Ansiolitici (Lysanxis, temsta,Tranxene,….)
Analgesici antipiretici (panadol, Zaldiar, Aspegic-
Perfalgan….)
Antinfiammatori

Materiale ortopedico
Fissatori esterni
Viti da corticale
Perni di tutti i diametri
Placche ortopediche
Gesso
Latte per bambini (1/2 anni)


Report assemblea nazionale Uniti per lo sciopero

Posted: Marzo 31st, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Report assemblea nazionale Uniti per lo sciopero

26 / 3 / 2011

Uniti per lo sciopero, contro la crisi, contro ogni guerra, contro chi ci ruba il futuro. Uniti perché in un mondo che ci vuole sempre più frammentati e deboli unirsi è una necessità. Uniti non sulla base di schemi vecchi e politicisti, non mediante ricomposizioni artificiose, ma con percorsi veri, che vivano nei piccoli centri e nelle grandi metropoli. L’occasione è lo sciopero generale chiamato dalla CGIL per il 6 maggio, uno sciopero che per le modalità e le tempistiche di convocazione rischia di essere insufficiente rispetto alle grandi lotte che si sono espresse in questi anni e in questi mesi. Ma su questo occorre ricordare un elemento non marginale: la convocazione di uno sciopero generale contro questo Governo è stata una rivendicazione che le lotte degli studenti, dei metalmeccanici, dei precari e di molte categorie di lavoratori hanno posto in modo fortissimo nelle battaglie di questo autunno. Sarebbe quindi errato affrontare questa giornata con spirito critico e distaccato: è necessario rapportarsi con lo sciopero generale come un occasione non da misurare, ma con cui misurarsi. I limiti di questo sciopero ci consegnano il compito di radicare davvero lo sciopero nei territori, generalizzandolo e generalizzandone la composizione. Estendere lo sciopero è l’obiettivo, facendo sì che studenti, precari e movimenti sociali distanti dai percorsi sindacali, lotte territoriali, comitati referendari dell’acqua e contro il nucleare, realtà pacifiste e tutti coloro che subiscono ed hanno subito le politiche di governi di destra e di sinistra negli ultimi vent’anni possano per una volta unirsi nella costruzione di una giornata di blocco vero della produzione e della circolazione per fermare concretamente il paese. I metalmeccanici hanno saputo porre una lotta propria come lotta di tutti e tutte, ribadendo che l’attacco non è solo rivolto ai diritti di chi lavora alla fiat, ma ai diritti di tutti i soggetti della produzione. Con questo spirito dovremo costruire relazioni forti con tutte le lavoratrici e i lavoratori che scenderanno in piazza il 6 maggio. Gli studenti e le studentesse hanno saputo riaprire spazi di legittimità del conflitto e con una mobilitazione costante ed efficace hanno bloccato piccole città e grandi metropoli, praticando così nuove forme di sciopero. Con quello stesso spirito dovremo affrontare quella giornata, agendo comunemente e valorizzando tutte le specificità. Uniti per lo sciopero significa mettere a valore e connettere tra loro i percorsi con cui studenti, lavoratori e realtà in mobilitazione parteciperanno, ognuno con le proprie modalità, allo sciopero generale del 6 maggio. Il percorso che ci conduce verso lo sciopero deve essere anche per noi l’occasione di estendere l’insieme delle rivendicazioni sociali e politiche, anche oltre quelle poste dalla convocazione ufficiale: democrazia, precarietà e welfare, ma anche la campagna per l’acqua bene comune e contro il nucleare. Su beni comuni, già domani sabato 26 marzo costruiremo una tappa decisiva che ci porterà alla mobilitazione a favore dei referendum. Il desiderio per una primavera di mobilitazione e conflitto non può prescindere dalla valorizzazione dei percorsi che hanno attraversato il 13 febbraio e l’8 marzo in cui tantissime studentesse, precarie, lavoratrici, donne migranti hanno messo in questione il rapporto tra sessualità e potere, ben oltre gli scandali sessuali del premier, rivendicando diritti, welfare, salute e parità reale in tutti i luoghi di partecipazione politica e sociale. Siamo in un quadro politico in cui si è definitivamente affermata la rottura del nesso tra istanze sociali e capacità e volontà della rappresentanza politica di accoglierle: crediamo che sia questo snodo decisivo a essere messo ogni volta in questione nelle lotte in Europa e nel Mediterraneo. La pratica democratica che passa dentro i tumulti che si sono prodotti ci dice che la questione sociale e la crisi democratica restano e devono restare indissolubilmente legate. Da tempo un’intera generazione rivendica il proprio futuro, qui ed ora. La precarizzazione del lavoro e della vita è quindi al centro del nostro discorso politico. La precarietà, infatti, da questione prettamente generazionale si sta estendendo all’intero mercato del lavoro fino ad abbattere la distanza tra garantiti e non garantiti, colpendo però in particolar modo giovani e donne. È quindi al centro del nostro percorso di generalizzazione dello sciopero l’obiettivo di liberare le nostre vite da questo ricatto. Per questo guardiamo con interesse al 9 Aprile, come giornata utile a riaffermare il protagonismo dei precari nel percorso verso lo sciopero. Ma non solo: metteremo in campo verso lo sciopero una campagna sul welfare universale e in particolare per il reddito garantito, consapevoli che tale rivendicazione non può più essere portata avanti senza rimettere, da subito, radicalmente in discussione la spesa pubblica e l’attuale redistribuzione della ricchezza, a partire dal taglio alle spese militari, dell’opposizione al finanziamento alle scuole private e da una tassazione delle rendite e delle transazioni finanziarie. Come per tutte le forme di protesta anche per lo sciopero si pone il tema dell’efficacia: sarà importante aprire un dibattito pubblico anche sulle modalità con cui generalizzarlo. Se, infatti, la segreteria CGIL si è limitata ad indire uno sciopero di 4 ore, e con una scelta positiva che sosteniamo molte categorie hanno esteso tale indizione ad 8 ore, nostro compito sarà coinvolgere studenti, e tutte e tutti coloro che, essendo precari, hanno tempi di vita e tempi di lavoro coincidenti: per questo lo sciopero dovrà durare 24 ore. Il mese e mezzo che ci separa da quella data dovrà essere un mese denso, di azione e discussione pubblica. Per questo fin da subito sarà necessario avviare in tutto il paese assemblee regionali, metropolitane e territoriali, capaci, sulla base degli spunti condivisi, di programmare il percorso, organizzare la partecipazione, coinvolgere il territorio, rendere possibile la generalizzazione dello sciopero generale. Ancora una volta, la guerra è piombata nelle nostre vite, e ancor più in quelle delle popolazioni che con determinazione e coraggio stanno provando a rovesciare il tiranno e contro le quali la guerra stessa tenta di imporre un processo di normalizzazione. Si tratta dell’ennesima guerra finalizzata a spartire la torta degli interessi economici, l’ennesima guerra per il petrolio che usa strumentalmente motivazioni umanitarie per mascherare il bieco interesse che le muove. Crediamo che il tema della guerra non sia oggi scindibile dal dramma dei migranti che attraversano il Mediterraneo e che non possiamo respingere o rinchiudere in lager chiamati CIE, e che sia intimamente connesso al tema, riattualizzato dal dramma nucleare giapponese e dall’impegno referendario, del modello di produzione, delle risorse energetiche e della sostenibilità ambientale. Per questo è necessario mettere in campo fin da subito una campagna che, partendo da Lampedusa, ponga il tema della libertà di movimento in Europa e per l’accoglienza dei migranti. Abbiamo fin da subito guardato con entusiasmo alle rivolte nel Maghreb e del Mashrek, perché hanno espresso la stessa determinazione e la stessa ansia di futuro che abbiamo visto nelle piazze italiane. Ma non vogliamo limitarci alla semplice evocazione di quel fenomeno straordinario, ma esprimere concreta vicinanza con una carovana che travalichi i confini della Tunisia. Chi prima dell’insorgenza ribelle libica stringeva solidi accordi col Colonnello si trova oggi costretto, per difendere i sui interessi, a bombardare il suo alleato, così facendo svela tutta la debolezza e doppiezza dei governi occidentali. Per questo, senza ambiguità alcuna ci mobiliteremo contro la guerra, raccogliendo l’appello a scendere in piazza il 2 Aprile in tutto il paese. Il 6 maggio dovremo generalizzare lo sciopero, proseguire la mobilitazione, perché la primavera è già iniziata.

UNITI PER LO SCIOPERO

Assemblea nazionale – Facoltà di Lettere – Università La Sapienza – Roma venerdì 25 marzo 2011

Su GlobalProjec.info il  report dell’assemblea nazionale Uniti per lo sciopero con tutti i video degli interventi


RESPINTI IN PADANIA

Posted: Marzo 7th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su RESPINTI IN PADANIA

Presidio partecipato e numeroso quello che oggi ha visto scendere in piazza una Fabriano che non si barrica dietro l’ambiguo muro della difesa della tradizione e del razzismo, ma si apre ad una società multietnica. Fin dal primo pomeriggio oltre 80 persone hanno preso parte al presidio organizzato dal CSA Fabbri in occasione dell’elezione del consigliere comunale straniero aggiunto, per ribadire che nella nostra città non c’è spazio per idee xenofobe e conservatrici come quelle portate avanti dalla Lega Nord. Oggi il partito dell’odio razziale, del sessismo e dei respingimenti non si è presentato in piazza, grazie ad una moltitudine che è indisposta a tollerare le loro idee da “Ventennio”. La verità è che ad essere respinti questa volta non sono stati barconi con a bordo migranti alla ricerca di fortuna, ma una cultura dell’odio per “l’altro” che non può trovare agibilità politica nel nostro territorio.

Crediamo che questo sia un primo importante passo verso un’apertura alla rappresentanza di tutti quegli invisibili che spesso vedono i propri diritti negati, dall’ambito lavorativo al meschino reato recentemente introdotto di clandestinità. Nessuno può essere illegale se è semplicemente alla ricerca di un futuro diverso da quello che le dinamiche capitalistiche e geopolitiche gli hanno pronosticato e per questo continueremo la nostra lotta contro i centri di identificazione ed espulsione (CIE), dei veri e propri lager vanto del ministro Maroni. Il primo respingimento di padani che intendevano contaminare i nostri valori è andato a buon fine, sta a noi continuare ad indignarci e a relegare questi esseri verdi il più lontano possibile.

Centro Sociale Autogestito Fabbri – ODIA LA LEGA



SANATORIA PER I PARTITI…SMANTELLAMENTO DELLO STATO SOCIALE

Posted: Marzo 1st, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su SANATORIA PER I PARTITI…SMANTELLAMENTO DELLO STATO SOCIALE

 

SANATORIA PER I PARTITI

SMANTELLAMENTO DELLO STATO SOCIALE

LA VOSTRA POLITICA DEL MALAFFARE!!

Se ne devono andare tutti a casa!

QUE SE VAYAN TODOS!


Il CSA Fabbri ha sanzionato, con delle “affissioni abusive”, le sedi locali dei due principali partiti politici italiani . Questa azione prende le mosse dallo scandaloso inserimento di un emendamento, all’interno del decreto legge milleproroghe, che prevede il condono di tutte le multe fatte dagli enti locali ai partiti politici per migliaia di affissioni illegali di manifesti effettuate durante le campagne elettorali. In pratica verranno cancellate multe per centinaia di migliaia di euro, con il pagamento di una quota simbolica di mille euro a verbale. Dunque soldi che potrebbero finire nelle tasche bisognose dei Comuni, ma che si preferiscono utilizzare per andare alla ricerca di voti. Non sorprende che il consenso per proporre questa sanatoria sia stato bipartisan, inaugurando l’ennesimo capitolo della politica del malaffare italiana, questa volta firmata dal Senatore Mario Gasbarri (Pd) e dal “concittadino” Senatore Francesco Casoli (Pdl). Il partito da ricettore delle istanze della popolazione si fa, attraverso il sistema legislativo, portatore dei propri interessi scavando un solco sempre più profondo tra la piazza e il palazzo, tra popolo e sovrani. E’ per questo che migliaia di persone negli ultimi mesi sono scese in strada gridando che “Se ne devono andare tutti!” (Que se vayan todos!), perché questa classe politica non ci rappresenta e mai potrà farlo, di fronte ad una crisi senza precedenti sono queste le risposte che ci vengono date.

D’altronde questo provvedimento si inserisce in un piano di smantellamento dello stato sociale senza precedenti, che vede da una parte indiscriminati tagli da parte dello stato e servizi pubblici sempre più in affanno. L’influenza in questo processo delle scelte monetariste ed economiciste europee è evidente, producendo quella che viene definita la compartecipazione al costo di un servizio da parte degli utenti. Non sono lontani i tempi in cui si dovrà pagare per accedere ai servizi forniti dai Comuni, in un paese nel quale i divari tra quelle che una volta erano le classi sociali sono sempre più marcati.

Ad ogni modo restiamo fiduciosi perché vediamo con quale facilità si possano approvare delle sanatorie. Ci auguriamo e continueremo a lottare però per ben altri tipi di sanatorie, che non siano di favore per avidi politicanti o speculatori economici (vedi scudo fiscale), ma per chi ne ha veramente bisogno. Dai migranti agli inquilini in difficoltà, dal Nord Africa alla vecchia Europa, lo spirito di giustizia sociale anima i cuori di chi lotta quotidianamente. In un periodo in cui i vecchi diritti si mercificano, grazie ad un modello di vita incentrato sulla precarietà e sul Marchionne-pensiero, noi ci facciamo promotori e creatori dal basso di nuovi diritti e di nuove istanze.

Centro Sociale Autogestito Fabbri