Lettera al direttore ….NO AL NUCLEARE

Posted: Gennaio 7th, 2010 | Author: | Filed under: Iniziative | Commenti disabilitati su Lettera al direttore ….NO AL NUCLEARE
Gentile direttore,

le scriviamo in merito all’opuscolo ricevuto con l’Azione del 2 gennaio 2010, con il quale si tenta di fornire un quadro della situazione energetica italiana e mondiale, ma che presenta delle importanti omissioni. Anche se la Santa Sede recentemente si è espressa a favore dell’energia nucleare per scopi civili, oggi si manifesta la necessità di sviluppare un’importante riflessione su questa tematica che spesso non è trattata adeguatamente dai media tradizionali. Nel nostro paese, con la legge 23 del luglio 2009, si è girata un’importante pagina della nostra storia e ciò è avvenuto senza che vi sia stata un’attenta riflessione sulle reali conseguenze della reintroduzione dell’energia atomica in Italia, né un serio dibattito pubblico di approfondimento. Con una tale scelta si è pensato di poter rendere il nostro paese meno dipendente dalle fonti energetiche estere (gas e petrolio) sulle quali oggi concentriamo gran parte della produzione elettrica nazionale; non va però dimenticato che le centrali nucleari necessitano di uranio 235 per il proprio funzionamento, una fonte di tipo non rinnovabile alla pari dei combustibili fossili e presente sul nostro pianeta in quantità molto limitate. L’idea di potersi slegare in parte dalle oscillazioni del mercato petrolifero è una pura follia se si considera che i principali paesi estrattori di uranio al mondo si contano sulle dita di una mano e che, data la limitatezza delle riserve, il suo prezzo è in continua ascesa dagli inizi del 2000. Inoltre, in considerazione dello sviluppo che la tecnologia nucleare sta conoscendo in gran parte del mondo, si prevede un aumento della domanda di uranio in futuro che renderà il suo prezzo instabile. Nei prossimi anni sul nostro territorio verranno installati 8 reattori che dovranno colmare il deficit energetico italiano ma, nonostante la maggiore produttività dell’energia nucleare rispetto a quella di altre fonti energetiche, i rischi che essa comporta sono inaccettabili. Il ritorno al nucleare rappresenta una scelta che non rispecchia il volere di una popolazione, ma quello di elite economiche e politiche che per i propri interessi sono allettate da un enorme business. La realizzazione di questi impianti si rivelerà un grande affare per le tantissime ditte di costruttori che sono presenti in Italia ed i costi di realizzazione a cui i contribuenti dovranno far fronte saranno superiori a quelli di molti altri paesi europei, considerando che si dovrà ricostruire il circuito di competenze e tecnologie del ciclo del combustibile. Grazie agli scrupolosi controlli sarà difficile assistere ad una nuova Chernobyl, ma questa tecnologia presenta comunque dei problemi di sicurezza, negli ultimi 20 anni infatti ci sono stati “piccoli” incidenti che hanno visto la fuoriuscita di radiazioni. Problematica è anche la gestione delle scorie, ogni  impianto nucleare produce un quantitativo di scorie e gran parte della centrale stessa, a fine vita, diventa una scoria da conservare per tempi lunghissimi. Nessun Paese ha ancora trovato la soluzione per la gestione di lungo termine delle scorie, questo oltre a rappresentare un costo economico poco calcolabile costituisce anche un’eredità velenosa che lasceremo alle generazioni future. Il nucleare viene pubblicizzato come una fonte di energia pulita che non emette CO2, ma questo è vero solo in parte, infatti se si pensa agli altissimi costi ambientali e alle innumerevoli quantità di gas serra che vengono immesse in atmosfera durante la costruzione degli impianti si riesce facilmente a smentire tali affermazioni.
Al giorno d’oggi sul nostro pianeta le principali emissioni di gas serra derivano dai trasporti, dagli allevamenti intensivi, dal riscaldamento delle abitazioni e dalle centrali a carbone, se veramente si vuole scongiurare il cambiamento climatico sono questi i settori in cui bisogna intervenire. Concetti portati avanti e ribaditi a Copenhagen, in occasione del COP15 sul clima, dai movimenti per la difesa dei beni comuni, tra cui la rete Italiana “See you in Copenhagen “,  ai quali il Centro Sociale Autogestito Fabbri ha dato il proprio appoggio. Approfittiamo di questo articolo per ricordare a tutti che il Dott. Luca Tornatore, astrofisico dell’università di Trieste  è ancora in carcere in Danimarca, dopo essere stato arrestato la notte tra il 14-15 dicembre nei rastrellamenti della polizia nel quartiere Christiania durante i giorni  del vertice. Tornatore è stato trattenuto in quanto  esponente di spicco della rete Italiana “See you in Copenhagen”,  sono state raccolte in pochi giorni quasi 1000 firme per la sua liberazione, la prima firmataria dell’appello è stata Margherita Hack, professoressa emerita di Astronomia presso l’Università di Trieste. Purtroppo il Dott. Tornatore, come molti altri, è ancora in carcere solo per “essersi esposto” per qualcosa in cui crede, cioè la giustizia climatica.
Dobbiamo far cadere il mito di una crescita infinita con la quale l’industria nucleare, promuovendosi come pulita e rispettosa della natura, tenta di utilizzare la crisi climatica per i propri interessi, allo stesso tempo bisogna smascherare le ipocrisie del “capitalismo verde”. Pensare di ridurre le emissioni di CO2 in questo modo non è solo il frutto di illusione e di scelte energetiche pericolose per ambiente e società, ma costituisce anche un inganno verso quelle persone che quotidianamente subiscono sulla propria pelle gli effetti del “global warming”. Il nostro pianeta ha bisogno di una giustizia climatica che può derivargli solamente da scelte attente e responsabili, deve essere il sistema a cambiare e non il clima, devono essere le modalità di produzione e di consumo a doversi fare promotrici di una sensibilità che soddisfi le nostre esigenze e che risulti compatibile con l’ambiente in cui viviamo.
L’autosufficienza energetica che vuole conseguire il nostro paese non può derivare da scelte in grado di mettere in serio pericolo la popolazione e l’ecosistema bensì dall’utilizzazione delle fonti rinnovabili, che presentano un impatto ambientale minimo o nullo. L’inadeguatezza delle grandi centrali risulta evidente in considerazione dell’immissione di energia prodotta su una rete elettrica risalente agli ani ’60, che presenta alti tassi di dispersione. Quindi si manifesta la necessità di un ripensamento della produzione energetica, non più concentrata solo in grandi impianti, ma diffusa sul territorio in piccole centrali e in gran parte degli edifici, in particolare quelli pubblici sui quali esiste anche una normativa in materia di pannelli solari. Inoltre bisogna puntare sull’eolico, una fonte troppo spesso sottovalutata in Italia, che grazie alle piattaforme off-shore è in grado di produrre grandi quantità di energia senza alcun impatto paesaggistico. Infine le misure di efficienza energetica possono riuscire a risparmiare dal 30% al 40% dell’energia che normalmente si disperde. Le scelte energetiche di un paese non possono essere appannaggio di un’elite economica e politica pronta a difendere gli interessi di grandi lobby, ma devono essere il frutto di scelte della popolazione.

SYSTEM CHANGE, NOT CLIMATE CHANGE…
NO AL NUCLEARE!!!

CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO FABBRI

 


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