GIÙ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA Presidio Piazza Roma – Ancona

Posted: Gennaio 17th, 2012 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su GIÙ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA Presidio Piazza Roma – Ancona

In risposta al decreto Monti domani 18 Gennaio in Piazza Roma ad Ancona dalle 17.30 alle 18.30 Conferenza stampa/presidio per ricordare al Presidente del Consiglio Monti e al suo governo che il popolo dell’acqua si oppone al decreto che va in altra direzione rispetto alla vittoria referendaria.

Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.

A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente Governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato.

Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua

Noi non ci stiamo.
L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.

Coordinamento Marchigiano Movimenti per l’Acqua

Il mio voto va rispettato 


17 DICEMBRE – #OCCUPY ANCONA

Posted: Dicembre 16th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 17 DICEMBRE – #OCCUPY ANCONA

Nasce l’Assemblea Permanente Movimenti Marche, sabato 17 dicembre giornata di opposizione sociale al governo Monti

Martedì 9 dicembre la Tenda-presidio dei lavoratori di Fincantieri ad Ancona ha ospitato la conferenza stampa di presentazione dell’Assemblea Permanente Movimenti Marche.

Insieme agli operai, i precari, gli studenti presenti al picchetto del cantiere navale, Giuseppe Ciarrocchi Segretario Regionale Fiom Marche, Evasio Ciocci – Coordinatore regionale Movimenti per l’Acqua Bene Comune, Paolo Cognini della rete dei Centri Sociali delle Marche, PierPaolo Pullini – RSU Fincantieri.

I movimenti hanno lanciato una prima giornata di mobilitazione contro la manovra e le politiche di austerità promosse dal nuovo governo, una presa di parola pubblica e collettiva, una risposta immediata per costruire l’alternativa e organizzare l’opposizione sociale al governo Monti.

Al fianco dei fratelli migranti, per chiudere ogni agibilità sociale e culturale al razzismo e al neofascismo.

Al fianco dei detenuti in rivolta nel carcere di Ancona, perchè sono necessarie misure alternative alla detenzione e l’amnistia, subito.

L’appuntamento è per sabato 17 dicembre dalle ore 17.00 in Piazza Roma, Ancona.

Nasce “Assemblea Permanente Movimenti Marche”

La crisi strutturale del sistema neoliberista è da tempo conclamata ed evidente, ma ad oggi sembra impossibile trovare una via d’uscita visto che ogni soluzione viene proposta da chi la crisi l’ha provocata.

Va in questa direzione la nascita del Governo Monti. Il comprensibile sollievo per l’abdicazione, almeno per questa fase, di Berlusconi e dei suoi alleati, non può far passare in secondo piano la gravità della scelta che assegna ad un autorevole rappresentante degli interessi della finanza mondiale le redini governative. Oggi i poteri economici globali vogliono definitivamente distruggere ciò che ancora esiste dello storico modello di welfare europeo.

In Italia queste scelte si esplicitano con l’attacco ai diritti dei lavoratori, la privatizzazione dei servizi pubblici locali, nonostante l’esito dei referendum di giugno, la crescente precarizzazione del lavoro e la distruzione sistematica dei territori attraverso politiche antiambientaliste.

Nelle Marche tutto ciò è evidente: dalla crisi del lavoro, di cui vicende come quella di Fincantieri, l’Ardo Merloni e la Best di Montefano  sono drammatico esempio, alla cementificazione dei territori e l’affermazione di progetti come il rigassificatore di Falconara emblematici esempi di un governo regionale ossequioso verso i potentati economici, fino all’incapacità, almeno a tutt’oggi, delle amministrazioni comunali di recepire le indicazioni dei 27 milioni di cittadini/e che hanno votato affinché i servizi locali siano pubblici.

In questo contesto crediamo imprescindibile costituire uno “spazio del comune” che non vuole limitarsi a sommare le lotte e i conflitti costruiti in questi anni nelle Marche, ma che moltiplichi la partecipazione di tutti quelli che vogliono mettersi in movimento per costruire una alternativa, partendo dalla costituzione di una nuova idea di società, di convivenza, produzione e gestione delle risorse.

Dopo che la nostra regione è diventata famosa per il suo modello economico, è stata recentemente esaltata per il cosiddetto “laboratorio politico” che governa la Regione, vogliamo valorizzare il modello sociale espresso dai movimenti marchigiani che in questi ultimi anni hanno creato reti e mobilitazioni territoriali, dalla Fiom ai Centri Sociali, dalle realtà ambientaliste ai comitati per la difesa dell’acqua pubblica, dagli studenti ai migranti, fino ai singoli cittadini impegnati nella militanza civica.

Assemblea Permanente Movimenti Marche

da globalproject.info


SUBITO FUORI DALLA MULTISERVIZI – L’ACQUA E’ UN DIRITTO INALIENABILE!

Posted: Ottobre 29th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su SUBITO FUORI DALLA MULTISERVIZI – L’ACQUA E’ UN DIRITTO INALIENABILE!

Il coordinamento Acqua Pubblica di Fabriano non può tacere difronte alla decisione disumana della Multiservizi di togliere l’acqua a chi, per colpa della crisi, non è più in grado di pagare la bolletta. L’acqua è un bene comune, indispensabile alla vita di ogni essere e non un bene di mercato, come invece la considera chi ne detiene la gestione oggi. La distribuzione del bene primario per eccellenza non può avvenire con scopo di lucro, ma solo secondo il principio di solidarietà sociale.
L’acqua è un diritto fondamentale ed in quanto tale considerato inalienabile dalla nostra stessa Costituzione,è definito come diritto umano imprescrittibile dallo Statuto del nostro Comune e il voto popolare (più del 60% degli elettori) ha espresso la volontà di una gestione non privatistica del servizio idrico. Abbiamo combattuto questa battaglia per più di un anno, raccogliendo le firme per il referendum nazionale prima e promuovendo lo stesso poi, abbiamo vinto una battaglia sociale e ora non possiamo accettare che il diritto all’acqua venga violato, secondo una logica di mercato inaccettabile.
E’ ora di dare avvio ad una reale gestione pubblica del servizio idrico che, in quanto bene comune, deve essere garantita a tutti per questo chiediamo con forza che venga smantellata di fatto la Multiservizi ed istituita nel nostro territorio un’Azienda Speciale, senza scopo di lucro, sottoposta alla pratica della gestione dell’acqua quale bene comune. Tale Azienda Speciale, sul modello napoletano, mira oltre che alla ripubblicizzazione anche ad una reale partecipazione dei cittadini e dei lavoratori nella gestione del Servizio Idrico Integrato.
E’ ora di dare avvio ad una reale gestione pubblica del servizio idrico, pubblica nella proprietà e nel diritto, per questo ci impegniamo da oggi a monitorare la situazione sul nostro territorio al fine di garantire che venga rispettata l’erogazione giornaliera di 50 litri di acqua gratuita per ogni essere umano e a sensibilizzare la cittadinanza attraverso una raccolta firme per promuovere un referendum cittadino che preveda l’uscita del nostro Comune dalla Multiservizi S.p.a.


ASSEMBLEA CITTADINA SUL 15 OTTOBRE PER GUARDARE AVANTI

Posted: Ottobre 18th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su ASSEMBLEA CITTADINA SUL 15 OTTOBRE PER GUARDARE AVANTI

Invitiamo tutte/i a partecipare all’assemblea cittadina per discutere di quello che è stato il 15 ottobre e di quello che sarà il futuro

Giovedì 20 ottobre ore 21.30 presso il circolo ARCI “Il Corto Maltese”

Al di fuori dei diktat e delle semplificazioni giornalistiche tra violenti e non violenti, per capire quella che è stata una composizione eterogenea ma accomunata dall’indignazione verso questo stato di cose.

Per guardare avanti da globalproject.info


IL SENSO DELLA REALTA’

Posted: Ottobre 18th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su IL SENSO DELLA REALTA’

Se c’è una cosa positiva che la crisi ci ha servito senza il bon ton dell’etichetta è proprio la realtà, dura, cruda, violenta, chiara nell’affermare senza mezzi termini a chi spetta dominare ed a chi spetta essere dominato. La crisi ha strappato il sipario: la realtà che ha mostrato è terribile eppure dobbiamo tenerla stretta per non perdere mai di vista ciò con cui dobbiamo fare i conti.

Difronte alle mille difficoltà e contraddizioni di una realtà estremamente complessa il rischio di cercare riparo in una piccola capanna ideologica è sempre dietro l’angolo. Sì perchè non è ideologica solo l’ortodossia insensata di un sistema di pensiero chiuso e metastorico. Produciamo ideologia ogni volta che per qualsivoglia motivo, autogratificazione, convenienza, frustrazione, paura, semplificazione, costruiamo una falsa rappresentazione della realtà, una finzione che in qualche modo ci sottrae alla complessità del presente e ad un conflitto reale con l’enormità delle forze in campo.

Il 15 ottobre ha visto un livello di mobilitazione straordinario non solo nei numeri, ma anche nella qualità e radicalità dei contenuti. In quel sabato formidabile a Roma si è riversato un mondo, con la sua rabbia e le sue speranze, con la ragione dei suoi bisogni contro la follia dei mercati finanziari, con la voglia di affermare senza mezzi termini che nessuno si sente debitore di niente.

Il 15 ottobre ha messo nelle mani di tutti un enorme patrimonio, una risorsa attiva che può e deve proliferare nei territori dove la consapevolezza della necessità di costruire un’alternativa reale, dal basso, contro ogni ricetta della Bce e dei suoi esecutori, è sempre più forte e diffusa.

Questo è un pezzo della storia del 15 ottobre, il pezzo più importante, quello per cui tutti abbiamo tanto lavorato nelle ultime settimane e negli ultimi mesi.

Poi, però, il 15 ottobre ha anche un altro pezzo di storia. Non è quello più importante e non ci sottrae il formidabile risultato raggiunto. Tuttavia c’è e ce lo dobbiamo raccontare per ciò che realmente è stato, fuori dalle ricostruzioni sociologiche di chi le manifestazioni le segue dal monitor del computer, e, soprattutto, fuori dalle letture ideologiche di chi pensa che sulla realtà materiale sia sempre possibile mettere il cappello di una narrazione di parte costruita a proprio uso e consumo, dove le persone in carne ed ossa si trasformano negli attori di un copione scritto prima e fuori dagli eventi reali.

Dietro i falò del 15 ottobre non abbiamo visto nessuna “rabbia precaria” ma solo un “defilè noir” fatto di facili azioni tutte volte alla propria teatrale rappresentazione. Non abbiamo visto sanzionare i palazzi del potere e della crisi, a meno che in questa dicitura non rientrino alimentari, uffici postali e qualche veicolo familiare. Neppure abbiamo visto qualcuno avviarsi verso i palazzi del potere rompendo i divieti del Ministero dell’Interno: il “defilè” si è svolto tutto lungo il percorso prestabilito ben al riparo da un’esposizione diretta. I cellulari della polizia che tagliano in due il corteo invece li abbiamo visti: ce li siamo trovati proprio addosso mentre il “defilè” si dileguava rapidamente lungo il corteo. Così come abbiamo visto insultare la rabbia vera, diffusa, di precari, lavoratori, disoccupati e studenti, quella stessa rabbia che poi non ha esitato a resistere alle cariche della polizia nel tentativo di impedire la frantumazione del corteo e la sua evacuazione.

Dietro i falò del 15 ottobre, secondo i peggiori crismi del peggior ceto politico, c’è stata la volontà di volersi rappresentare, contro ogni legame sociale e di solidarietà all’interno del corteo, tutelando la propria esclusiva incolumità, inseguendo la notizia del giorno dopo ed esprimendo una caricatura “machista” che certo non appartiene alla storia ed alla cultura, seppur estremamente variegata, dei movimenti.

I tentativi di rielaborazione ideologica dei fatti possono appagare qualche estetismo pseudo-rivoluzionario ma non hanno nulla a che vedere con la realtà materiale vissuta delle migliaia di persone che il 15 ottobre hanno attraversato le vie di Roma.

Per quanto ci riguarda misurarci con la realtà nuda e cruda è sempre la scelta migliore. E’ la realtà materiale che dà il senso alle cose. E’ la realtà materiale che dà il senso alle nostre azioni. E’ nella realtà materiale che cerchiamo il senso delle nostre scelte. La violazione dei movimenti, quando si verifica, è un problema reale: la soluzione deve essere cercata e trovata nella realtà materiale e non in una narrazione virtuale aggiustata con qualche toppa ideologica.

Centri Sociali Marche


GIOVEDI’ 6 ASSEMBLEA REGIONALE VERSO IL 15 OTTOBRE

Posted: Ottobre 5th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su GIOVEDI’ 6 ASSEMBLEA REGIONALE VERSO IL 15 OTTOBRE

La crisi che stiamo pagando è doppia: da un lato sottrazione di ingenti risorse dai bilanci pubblici per la ricapitalizzazione delle banche e dall’altro politiche di austerità per risanare il debito pubblico che tale sottrazione produce. Anni di politiche neo-liberiste all’insegna delle privatizzazioni, delle speculazioni finanziarie, della devastazione ambientale lasciano sul terreno una realtà cruda e violenta: ricchezza e privilegi per i guru della finanza e dello sfruttamento globale, miseria senza diritti e senza prospettive per tutti gli altri.L’economia prende in ostaggio la politica e la centralità del potere legislativo cede il passo a quello esecutivo. Lo spostamento della sovranità verso luoghi transnazionali come la BCE trasforma i governi in meri esecutori di decisioni prese in sedi non elette e fuori da ogni controllo democratico. L’introduzione nelle Costituzioni europee dell’obbligo del pareggio di bilancio è una cessione di sovranità di proporzioni storiche con la quale si afferma che al centro del diritto non devono esserci né le persone né i popoli ma i mercati finanziari.

L’Italia dentro questo scenario ha l’aggravante del Governo Berlusconi e di un modello politico-economico che ha fatto della cancellazione dei diritti dei lavoratori e della mercificazione dei corpi il proprio tratto distintivo. Questo non può essere il nostro mondo. I tatticismi del centro-sinistra, con il tentativo di estendere a livello nazionale la sperimentazione marchigiana dell’asse di governo Pd-Udc, ed il chiaro impegno di voler obbedire agli ordini della BCE, non può essere la nostra prospettiva. Il “Manifesto per l’Italia” di Confindustria, già rivolto al successore di Berlusconi, non può essere Il nostro futuro.

Costruire un’alternativa che restituisca diritti, dignità, lavoro, reddito, sovranità è una possibilità concreta ed urgente di cui dobbiamo farci carico in prima persona. A partire dalle Marche dove la crisi, come ovunque, distrugge posti di lavoro, impatta sui territori con opere devastanti per l’ambiente e per la salute dei cittadini, fa aumentare la precarietà tra i giovani provocando uno stato d’emergenza che colpisce anche gli immigrati con politiche dei respingimenti, come dimostra la drammatica quotidianità al Porto di Ancona.

Il 15 ottobre una mobilitazione che si ritrova dietro lo slogan comune “«United for global change», porterà l’indignazione nelle capitali euro-mediterranee e che in Italia si dispiegherà in una grande manifestazione a Roma. Una data fondamentale dalla quale iniziare a costruire un’alternativa politica fondata sui beni comuni, sulla difesa e l’estensione del contratto nazionale di lavoro e dei diritti sanciti dallo Statuto dei lavoratori, su una radicale riforma del welfare a partire dal reddito minimo garantito e dalla difesa dei servizi pubblici locali contro ogni tentativo di privatizzazione. Ma anche una data da cui possa partire una mobilitazione permanente nei singoli territori che sappia dimettere dal basso il Governo Berlusconi.

Il 15 ottobre deve essere qualcosa di più di una manifestazione e qualcosa di più di un giorno: deve essere un percorso che vive nei nostri territori e che giunge al 15 ottobre per oltrepassarlo. Perché vogliamo che il 15 ottobre sia da subito anche l’occasione per una riflessione profonda tra soggetti e soggettività politiche, sindacali e sociali che abbia al centro la problematica della costruzione di un nuovo spazio pubblico che sia motore di mobilitazione, inclusivo e non autosufficiente, ma anche luogo di costruzione dal basso di un’alternativa reale.

Giovedì 6 ottobre alle ore 21 alla Casa delle Culture di Ancona si terrà un’assemblea per preparare al meglio la partecipazione alla manifestazione del 15 a Roma e iniziare a confrontarsi su un percorso di mobilitazione che ci veda protagonisti nei nostri territori.


Promotori

Francesca Alberti, Enza Amici, Alfredo Antomarini, David Bastioli, Paolo Battisti, Margherita Barocci, Oskar Barrile, Nadia Bertini, Marco Bocci, Carlo Brunelli, Danilo Burattini, Janita Biondi, Loris Calcina, Luca Canonici, Giancarlo Centanni, Christofer Ceresi, Gabriella Ciarlatini, Giuseppe Ciarrocchi, Tommaso Cingolani, Evasio Ciocci, Paolo Cognini, Francesco Coltorti, Massimo Corinaldesi, Stefano Crispiani, David Cristofaro, Susanna Ciumelli, Daniele Dubbini, Ilaria Fava, Roberto Frey, Maurizio Foglia, Alessio Giorgetti, Andrea Giorgi, Valentina Giuliodori, Fausto Gullini, Nicola Mancini, Roberto Mancini, Milvia Marzioni, Edoardo Mentrasti, Rossana Montecchiani, Daniele Mori, Ennio Pattarin, Marcello Pesarini, Tiziano Polidori, Giuseppe Postacchini, Pierpaolo Pullini, Fabrizio Recanatesi (Reka), Emanuele Rossi, Cinzia Ruggeri, Sergio Ruggeri, Sergio Sinigaglia, Andrea Spedicato, Emanuele Tartuferi, Valeria Tizzoni, Sergio Zampini.


MANIFESTAZIONE 15 OTTOBRE PULLMAN DA FABRIANO

Posted: Settembre 29th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su MANIFESTAZIONE 15 OTTOBRE PULLMAN DA FABRIANO

PULLMAN DA FABRIANO PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

INFO: 3280850231 3475279729 collettivofabriano@libero.it


Dalle Marche verso il 15 ottobre, costruiamo l’alternativa

Posted: Settembre 29th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Dalle Marche verso il 15 ottobre, costruiamo l’alternativa

La manifestazione del 15 Ottobre a Roma può rappresentare una grande occasione: mettere in campo, dietro lo slogan «United for global change», una mobilitazione continentale e globale per una nuova idea di società, basata sulla giustizia sociale ed ambientale e la democrazia reale.

Allo stesso tempo, rispetto al contesto italiano, sfiduciare dal basso il Governo Berlusconi, dando vita ad uno spazio costituente per una alternativa politica. La grande finanza internazionale, il Fondo Monetario e la BCE stanno imponendo agli stati politiche di austerity che li privano di ogni potere decisionale trasformandoli di fatto in meri esecutori delle direttive dei mercati finanziari globali. Il nostro governo, dentro il contesto della grande crisi mondiale, ha accettato e difeso il suo ruolo di burattino.

I mille tentennamenti hanno infine prodotto una manovra finanziaria che taglia definitivamente lo stato sociale, incentiva le privatizzazioni dei servizi, dilata la precarietà del lavoro ma, nello stesso tempo, lascia intatte le grandi rendite finanziarie.

La scelta è stata chiara: scaricare i costi della crisi sulla vita degli uomini e delle donne rendendola completamente subordinata alle leggi del profitto e, allo stesso tempo, tutelare i privilegi della classe politica, industriale e bancaria, cioè di coloro che sono i principali responsabili della condizione disastrosa che stiamo attraversando.

E mentre il lavoro è reso sempre più precario, lo stato sociale viene cancellato, la scuola pubblica dequalificata, l’ambiente devastato dalle speculazioni edilizie e dalle grandi opere, i migranti costretti alla clandestinità, l’attacco è rivolto principalmente alla democrazia e ai diritti: l’economia della crisi mette in ostaggio la politica, impedendo di fatto l’esercizio di qualsiasi residua forma di sovranità popolare, definitivamente soffocata dai dogmi della governabilità e del pareggio di bilancio.

Ripagare il debito e raggiungere forzatamente il pareggio di bilancio, addirittura formalizzandolo nelle costituzioni nazionali, diventa la priorità assoluta per chi governa la crisi. Crediamo che per ripartire sia necessario un progetto di alternativa che richieda come condizione preliminare la rottura di questo quadro di compatibilità e, di conseguenza, non può che partire dal rifiuto radicale della logica del pagamento del debito a ogni costo e del pareggio di bilancio.

Ci sono momenti in cui si percepisce chiaramente che qualcosa sta cambiando, che possiamo vincere e che si può trasformare realmente e radicalmente l’esistente: è il prodotto di un percorso comune di lotte, un tracciato di libertà e dignità che è cominciato con la grande mobilitazione studentesca contro la riforma Gelmini , ha visto la coraggiosa lotta degli operai della Fiom di Pomigliano, Mirafiori e Fincantieri, ha attraversato la giornata del 16 ottobre ed è esploso nel tumulto del 14 dicembre .

La straordinaria vittoria del referendum sull’acqua bene comune e sulle energie alternative, le rivolte dei migranti nei CIE, le istanze contro la precarietà e per la liberazione da tutti i meccanismi di subordinazione nel mondo del lavoro e della formazione, la lotta per la difesa dell’ambiente contro lo sfruttamento e la messa a profitto, sono i terreni delle mobilitazioni sociali che hanno costruito i contenuti del 15 Ottobre, la piattaforma per il cambiamento che vogliamo.

Non ci sentiamo obbligati a seguire nessuna scelta imposta da una classe politica, finanziaria ed industriale totalmente fallimentare e parassitaria: le mobilitazioni dell’ultimo anno, hanno dimostrato di saper immaginare il conflitto come pratica immediatamente costituente, come terreno di riappropriazione della decisione democratica, al di fuori da ogni nesso di delega e rappresentanza.

E’ necessario dunque organizzare la nostra indignazione. Il 15 ottobre a Roma sarà una grande data di mobilitazione dove diremo no a tutte le politiche di austerity imposte dalla finanza mondiale e dimostreremo che nessuna coscienza è sopita di fronte alla meschinità di questo governo. Iniziamo da ora a costruire la mobilitazione nei nostri territori sapendo che in questo non siamo soli, il clima di sommovimento è comune in tutto il Mediterraneo e il futuro non può che rivelare la necessità di un agire politico nuovo e radicalmente diverso.

Costruiamo ora l’alternativa!

Ambasciata dei Diritti

Ya Basta! Marche

Centri Sociali delle Marche


Roma 24 settembre 2011 – UNITI PER L’ALTERNATIVA

Posted: Settembre 29th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Roma 24 settembre 2011 – UNITI PER L’ALTERNATIVA

Roma 24.09.2011 – COSTRUIAMO L’ALTERNATIVA. Cronaca multimediale della giornata

Roma 24.09.2011 – Mozione conclusiva

TINA, “There Is No Alternative” (come diceva la Thatcher negli anni ’80), “non c’è alternativa”: questa sembra essere la logica autoritaria che le élite finanziarie e la BCE impongono all’agenda di tutti i governi europei, di centrodestra e di centrosinistra. Non c’è alternativa – questo ci dicono – alle politiche di austerity per uscire dalla crisi. È ormai sotto gli occhi di tutti l’incapacità dei governi europei, di fatto commissariati, di proporre soluzioni diverse dalle solite ricette neoliberiste: tagli, austerity, privatizzazioni, aumento del tasso di sfruttamento.

La crisi economica globale ha subito negli ultimi mesi una nuova violenta accelerazione, le cui conseguenze sono scaricate sulla vita degli uomini e delle donne. Ci troviamo oggi a pagare la crisi due volte: l’esplosione della bolla del capitalismo finanziario, per salvare le banche, è stata scaricata sui bilanci pubblici, e ora gli stessi attori finanziari transanazionali puntano il dito contro il debito pubblico così generato, lanciano attacchi speculativi e chiedono nuove misure di austerity per ridurre il debito e rendere meno rischiosi gli investimenti. In altre parole: prima ci fanno pagare la crisi, poi la sua presunta soluzione.

L’economia della crisi mette dunque in ostaggio la politica, impedendo di fatto l’esercizio di qualsiasi residua forma di sovranità popolare, definitivamente soffocata dai dogmi della governabilità e del pareggio di bilancio. Ripagare il debito e raggiungere forzatamente il pareggio di bilancio, addirittura formalizzandolo nelle costituzioni nazionali, diventa la priorità assoluta per chi governa la crisi.

Qualsiasi progetto di alternativa richiede come condizione preliminare la rottura di questo quadro di compatibilità e, di conseguenza, non può che partire dal rifiuto radicale della logica del pagamento del debito a ogni costo e del pareggio di bilancio.

I piani su cui la situazione impone di muoversi sono molteplici: nessuna iniziativa può prescidere da una proiezione immediata sullo spazio europeo. Le vicende di queste settimane ci dicono che quelle del governo italiano sono variazioni, per quanto regressive, su un tema che è composto altrove. Ciò che diciamo da anni sullo svuotamento dei palazzi del potere e sulla crisi della sovranità e della democrazia rappresentativa, è ormai sotto gli occhi di tutti, e un cambio di governo, magari in direzione tecnocratica, non comporta necessariamente un cambiamento reale. In questo contesto, non sappiamo più cosa farcene delle politiche dell’alternanza, dato che le decisioni sono prese altrove, a prescindere dal governo che scegliamo e dal suo colore politico.

Una radicale inversione di tendenza è necessaria. A 10 anni da Genova e dopo la straordinaria stagione di lotte dell’ultimo anno, i movimenti sociali hanno la responsabilità di rilanciare la propria azione in un campo più vasto, oltrepassando i limiti della resistenza e della testimonianza. C’è bisogno di un processo aperto, inclusivo e non burocratico, in grado di rendere ognuno protagonista e responsabile del comune percorso di resistenza e costruzione dell’alternativa.

Le mobilitazioni dell’ultimo anno hanno dimostrato di saper immaginare il conflitto come pratica immediatamente costituente, come terreno di riappropriazione della decisione democratica, al di fuori da ogni nesso di delega e rappresentanza. La vittoria referendaria di giugno dimostra la capacità dei movimenti di riappropriarsi degli spazi politici e giuridici della decisione. Allo stesso modo, le esperienze dell’ex Cinema Palazzo occupato e del Teatro Valle occupato, rappresentano delle sperimentazioni politiche concrete di costruzione di istituzione del comune.

«Uniti per l’alternativa» si configura quindi come spazio pubblico di condivisione di tutti i soggetti sociali e politici disposti a mettersi in gioco in questo processo, come motore di mobilitazione, inclusivo e non autosufficiente, e come luogo di costruzione di un’alternativa reale, basata su contenuti radicali e non incasellabile nelle gabbie della rappresentanza e del governo dell’austerity.

Il 15 ottobre può e deve essere il primo passo di questo duplice percorso: sul piano internazionale, è l’occasione per mettere in campo, dietro lo slogan«United for global change», una mobilitazione continentale e globale per una nuova idea di società, basata sulla giustizia sociale ed ambientale e la democrazia reale; rispetto al contesato italiano, rappresenta l’occasione, non solo per sfiduciare dal basso il Governo Berlusconi, ma anche lo spazio costituente per ogni alternativa politica. I contenuti del 15 ottobre, frutto delle mobilitazioni dei soggetti sociali, rappresentano la piattaforma per il cambiamento che vogliamo, la proposta che gli uomini e le donne di questo paese, i movimenti, i soggetti sociali in mobilitazione avanzano all’intera società.

Cogliamo positivamente le sollecitazioni e le proposte di confronto sul piano dell’alternativa, avanzate dagli amministratori locali presenti all’assemblea.

Rilanciamo l’assemblea nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo e della cultura che si terrà il 30 al Teatro Valle Occupato.

In vista del 15 ottobre proponiamo alle reti sociali di mettere in campo iniziative, azioni, vertenze, che consentano di moltiplicare la partecipazione al corteo.

Di questo percorso fa parte la battaglia della FIOM per la riconquista del contratto nazionale, per la sua generalizzazione e per la cancellazione dell’articolo 8 della manovra finanziaria. Occorre combattere la precarizzazione del lavoro, conquistare l’universalità e l’uguaglianza dei diritti e costruire concretamente un nuovo welfare. Riappropriarci del reddito come si occupavano le terre contro i latifondisti: la ridistribuzione della ricchezza sociale è oggi lotta contro chi produce rendita sulle nostre vite.

La nostra alternativa parte dai beni comuni, per la costruzione di un nuovo modello sociale, attraverso la gestione democratica del territorio, la riconversione ecologica della produzione, la democrazia energetica, la costruzione di un’altra scuola, di un’altra università, di un’altra ricerca, universalmente accessibili e in grado di contribuire alla svolta democratica, sociale ed ecologica di cui abbiamo bisogno.

Rompere il quadro delle compatibilità, rovesciare i rapporti di forza, produrre un cambiamento reale. Questa è la nostra battaglia, questo è il percorso dell’alternativa, per una stagione di lotte che sia costituente di una nuova pratica democratica e sociale.

Lo spazio di Uniti per l’alternativa si riunirà il 9 ottobre alle ore 10:30 a Roma in riunione pubblica, a partire dai firmatari dell’appello.


Ancona – Per l’acqua pubblica: bloccata la Staffetta truffa di Federutility

Posted: Settembre 29th, 2011 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Ancona – Per l’acqua pubblica: bloccata la Staffetta truffa di Federutility

Oggi ad Ancona ad accogliere la staffetta “truffa” dell’Acqua di Federutility c’era il Coordinamento regionale dei Movimenti per l’acqua che ha impedito che la manifestazione si tenesse.

La staffetta faceva seguito all’ingannevole “Festival dell’acqua” conclusosi a Genova lo scorso 10 settembre, voluto dalla stessa Federutility e da quasi tutti i gestori privati dell’acqua del nostro paese. Federutility, dopo essersi apertamente e pubblicamente pronunciata contro i referendum, continua ad affermare che solo i privati sono in grado di sostenere i finanziamenti per gli investimenti nel settore idrico. 27 milioni di italiane/i si sono espressi, al contrario, per la gestione pubblica e partecipativa dell’acqua in quanto bene comune e non sottoponibile alle logiche del profitto. Il Coordinamento ha ribadito agli amministratori locali che devono impegnarsi immediatamente per l’applicazione della volontà popolare, e non finanziare iniziative che nulla hanno a che fare con quanto dichiarato con il referendum.

La Festa dell’acqua e la staffetta sta costando ben 450.000 euro che pagheremo tutti noi attraverso le bollette.

Oltre ad ottenere che Federutility e Multiservizi lasciassero la piazza, il coordinamento al grido di Acqua Pubblica ha impedito che l’inviata di Caterpillar facesse il collegamento radiofonico in diretta bloccando una subdola comunicazione.

Il Coordinamento ha chiesto agli amministratori di iniziare seriamente il percorso della ripublicizzazione dell’acqua senza se e senza Spa e di ridurre le tariffe dell’acqua della quota relativa alla remunerazione del capitale investito di quel 7% abrogato dalla vittoria del secondo quesito referendario.

Il percorso è iniziato con la concessione di un Consiglio Comunale aperto dedicato alla ripubblicizzazione dell’acqua.

Giù le mani dal Referendum!

Perché si scrive acqua ma si legge democrazia!

Foto e video su globalproject.info