RICHIESTA LA MORATORIA SUGLI SFRATTI
Posted: Febbraio 9th, 2010 | Author: csafabbri | Filed under: Iniziative | Commenti disabilitati su RICHIESTA LA MORATORIA SUGLI SFRATTI
Oggi 9 febbraio nel consiglio comunale di Fabriano tra i punti in
discussione vi erano 2 interpellanze: una sulla questione abitativa e
l’altra sulla situazione dell’Antonio Merloni.
Il centro sociale autogestito Fabbri e gli Effetti Collaterali hanno deciso
di essere presenti e far sentire la propria voce su queste tematiche.
Vista l’esplosione incontrollata della questione casa è stato chiesto
che il sindaco di Fabriano con l’appoggio dell’intero consiglio
sottoponesse al prefetto di Ancona una richiesta ufficiale per
un’immediata moratoria sugli sfratti nel territorio fabrianese.
A
seguito delle pressione degli attivisti, circa una trentina, si è
riusciti ad ottenere la stesura di una lettera inviata questa mattina
stessa al prefetto.
Per quanto riguarda la questione occupazionale gli Effetti Collaterali
hanno preteso, come precedentemente annunciato, chiarezza e trasparenza
in merito la situazione dell’Antonio Merloni con particolare
riferimento a quanto richiesto nell’ordine del giorno del consiglio
comunale aperto tenutosi nella fabbrica, più precisamente le richieste
sono: reddito sotto forma di incentivi per creare nuove forme di lavoro
autonome e indipendenti, la legge regionale sul reddito minimo
garantito e la zona franca. E’ stato anche annunciato che le prossime
iniziative avranno luogo presso gli uffici della regione, vista la loro
specifica competenza in merito.
Inoltre è stata lanciata la mobilitazione per il primo marzo “Un giorno senza di noi", allo scopo di poter costruire una giornata di sciopero sociale generalizzato che non sia solo un occasione per i migranti di protestare contro le politiche razziste del governo, ma che riguardi tutti coloro che subiscono la precarietà generale della vita.
Richiesta del Sindaco al Prefetto
Volantino degli effetti collaterali presentato ai consiglieri comunali:
La crisi economica che ha colpito le Marche e Fabriano ha prodotto la perdita di migliaia di posti di lavoro provocando un impoverimento generalizzato del tessuto sociale. Senza uno stipendio garantito per moltissime famiglie diventa impossibile far fronte alle spese di tutti i giorni, comprese quelle per la casa. Chi è in affitto non riesce più nemmeno ad arrivare a metà mese, senza contare chi si ritrova strangolato da un mutuo che non lascia via di scampo.
Intanto il governo propaganda il suo piano casa e “centomila alloggi in cinque anni”, che non rappresentano una risposta seria al problema urbanistico di un paese il cui patrimonio edilizio si è quintuplicato dal secondo dopoguerra ad oggi.
L’ultimo decennio ha visto il mercato degli affitti aumentare vertiginosamente di oltre il 150%. A rimanere stabili invece sono i redditi degli italiani, nella migliore delle ipotesi, quando non perdono il posto di lavoro, e mentre il governo si appresta a sommergere l’Italia con una nuova colata di cemento, migliaia di famiglie vengono sfrattate dalle case che non riescono più a pagare, senza che venga offerta loro una situazione alternativa.
Le prime conseguenze si fanno sentire anche Fabriano, dove si sono verificati i primi ricorsi allo sfratto di famiglie costrette a sopravvivere con la sola la cassa integrazione, o peggio senza più un reddito, e che da mesi non riescono più a pagare la rata dell’affitto.
Per questo chiediamo alla giunta di farsi portavoce presso il prefetto di Ancona per richiedere la MORATORIA DEGLI SFRATTI, unica soluzione per evitare che, in un territorio così colpito dalla crisi come il nostro, dove l’emergenza casa sta esplodendo incontrollata, le persone rimangano senza un tetto. Rivendichiamo inoltre la necessità di un piano casa a lungo termine di edilizia pubblica e popolare.
Chiediamo anche che il consiglio comunale si pronunci pubblicamente sui contenuti dell’accordo di programma discusso ieri a Roma, affinché sia possibile verificare se sono state mantenute le promesse fatte ai lavoratori che occuparono, in segno di protesta gli uffici dell’Antonio Merloni, e se l’accordo prevede i punti da noi proposti al consiglio comunale interamente dedicato alla crisi Merloni dello scorso dicembre.
In quell’occasione fummo chiari nel ribadire l’urgenza di una ripresa, la cui gestione tuttavia, va affidata non a chi ha ridotto i lavoratori sul lastrico. Una ripresa la cui gestione parta dal basso, attraverso una condivisione con la collettività.
Per far questo sono necessarie misure di riqualificazione del tessuto produttivo locale, e del settore industriale che punti sull’innovazione tecnologica e non sul monoprodotto industriale di bassa qualità; che i lavoratori esclusi dai processi riqualificativi vengano messi in condizioni di creare nuove forme di lavoro attraverso reddito sotto forma di incentivi; che vengano promossi corsi serali nelle scuole aperti a tutti; che parti di stabilimenti dismessi o improduttivi vengano ceduti in uso ai lavoratori per permettere di gestire autonomamente parti di produzione;che venga istituita una legge regionale per il reddito di cittadinanza; che Fabriano venga inserita nell’elenco delle zone franche; che venga promossa una politica di intervento territoriale volta alla garanzia dei servizi minimi e all’istituzione di un canone sociale per le fasce più deboli e che coinvolga tutto il territorio e non singoli comuni.
Tra i soggetti più duramente colpiti da questa crisi, i migranti, che oltre a essere estromessi dal ciclo produttivo, più di tutti subiscono il ricatto del lavoro nero, dello sfruttamento per pochi soldi necessari alla sopravvivenza. E mentre il governo vara la misura razzista del permesso di soggiorno a punti per chi impara bene l’italiano e la costituzione (ma quale parlamentare la conosce?), i migranti annunciano lo sciopero del primo marzo a cui parteciperemo anche noi per rivendicare pari dignità e diritti per tutti. questa giornata può essere un importante momento in cui si può dare vita ad uno “sciopero sociale” che dia visibilità alla presenza dei cittadini migranti ma che sia inoltre una giornata di mobilitazione collettiva, di autoctoni e stranieri contro le politiche razziste ma anche contro la precarietà della vita di tutti.
NO A OGNI DISCRIMINAZIONE
EFFETTI COLLATERALI